Milano parte in quarta con esposto per “presunti favoritismi arbitrali”, il direttivo del CIA sfiducia il presidente Zancanella. Commissariamento-lampo della Fip in attesa del nuovo presidente , vicino a Petrucci, e del sorteggio, Grossi designatore, Facchini e Teofili visionatori. Scommesse anche nel basket?
Il cosiddetto “de relato” che nella vicenda processuale di un sonnolento Baskettopoli si è voluto presentare solo come una letteratura d’appendice, a volta dal tono umoristico, da commedia napoletana – o al massimo alla stregua di un chiacchiericcio di quattro amici in giro per la penisola a mangiare del buon pesce – prende la scena proprio il giorno in cui la Fip ha fatto finalmente le sue mosse. E riuscendo a portare a termine con grande buonsenso, senza spargimento di sangue, la querelle arbitrale per riprendere, come promesso dal comunicato dell’ultimo consiglio federale, il controllo dei fischietti di A.
Accusato Tiziano Zancanella di una gestione conflittuale, familistica, di stampo “bokassiano” sfociata in una classifica finale contestatissima e inattendibile (l’arbitro più chiacchierato di Baskettopoli sospeso per 6 giornate davanti a Fabio Facchini, ma si può?) che prelude a una valanga di ricorsi, e considerato che non voleva dimettersi, come il generale Custer dentro il fortino è stato abbandonato dai suoi fedelissimi. Si tratta di un vero voltafaccia, tanto monolitico nel sostenerlo nel corso dei due anni scarsi di gestione, di fronte alla trama intelligente della Fip il suo direttivo si è dimesso in blocco. Magnifica prova di coerenza risorgimentale, giustificata da qualche salvacondotto e magari qualche poltrona nell’ambito dei futuri assetti. Fortuna vuole che questo organismo non sarà più riproposto
Era purtroppo successa la stessa cosa due anni fa, quando 3 membri su 5 sfiduciarono Luciano Tola per ragioni molto più veniali, come la gestione dittatoriale dell’ex presidente del CIA. Scosso il basket e persino, come mai era accaduto in 63 anni, la regolarità del campionato (da prendere con beneficio d’inventario, tuona Milano scatenando un temporale estivo proprio quando avvisato di un provvedimento di sospensione di un mese per i duettare con Scariolo, il presidente Proli è partito al contrattacco usando le corazzate giornalistiche) finisce qui, con un’eutanasia, l’infelice avventura dell’autogestione. Il CIA che adesso tornerà armi e bagagli alla Fip. Apertasi la crisi, arriverà il Commissario nella figura del vicepresidente Gaetano Laguardia paziente Penelope al quale Dino Meneghin ha affidato la patata bollente. Il suo “cancelliere” dovrà adesso bonificare l’ambiente e consegnarlo specchiato, con altri volti, e un presidente caro a Gianni Petrucci quando, nei panni di Ulisse, il 14 dicembre tornerà a occupare la poltrona di presidente della sua amata Itaca cestistica.
Adesso le tessere andranno a posto, Zancanella magari in cambio di questa ritirata prossimamente avrà uno strapuntino perché sia chiaro, fino a prova contraria ha agito in buona fede o spinto dai suoi padrini politici per tentare di riequilibrare un sistema dove i vertici del CIA sotto accusa a Reggio Calabria facevano i nomi dei designatori e di “arbitri prezzolati”. Il cardine era infatti nel “de relato” l’attività dei designatori, altra tara che verrà eliminata perché chiuso il settennale rapporto con Lega Basket che di fatto si garantiva da sempre, pagando al consulente Rino Colucci un cachet di 60 mila euro, il controllo dei fischietti di A determinando carriere profumatamente pagate contro stroncature stucchevoli. E’ andata così, perché la Fip ha sbagliato a non dare un taglio netto e a credere che Baskettopoli fosse una favoletta, che il denunciante, Alessandro Cagliostro, fosse un arbitro deluso e non un poliziotto col senso d’appartenenza alla propria divisa. Si è arrivati a questa tempesta estiva perché il focolaio ha continuato ad ardere. E per fortuna Gianni Petrucci è intervenuto, come autorità vigilante, a chiedere la pubblicazione dei verbali. Raccomandazione per la quale è stato preso alla lettera, alimentando un mercato economicamente vicino ai diari di Mussolini o alle lettere di Cavour.
Speriamo che ora non salti fuori da Baskettopoli anche quello che tutti si augurano non sia vero, e che i vertici dell’Armani denunciano tardivamente, con una forma di comunicazione molto rozza, avventurandosi in una denuncia estiva secondo la quale certe partite di A fossero decise da arbitri protezionisti. Una tesi similmente sostenuta per ben due volte davanti al funzionario di Polizia postale anche dal presidente di Roma Claudio Toti, riportando anche lo sfogo di un collega marchigiano, citandola come una delle ragioni per voler lasciare il basket.
Intanto è pronto l’organigramma per uscire dalla crisi e assorbire anche questo colpo con un commissariamento-lampo che oltre a riportare un minimo di serenità, sancirà la novità del sorteggio al quale Legabasket non può opporsi, vista la presa di posizione di Armani e Virtus Roma, che prevede un designatore-notaio nella figura del romano Grossi, un ex arbitro e commissario da sempre modello di serietà, e due visionatori (dopo commissari e osservatori, questa infatti la nuova etichetta dei soggetti che in pratica valuteranno gli arbitri) che sono Facchini che appende il suo prestigioso fischietto al chiodo e Teofili. L’istruttore dovrebbe essere pro tempore Corrias che non può stare in quel posto avendo condiviso i metodi di Zancanella che l’ha accreditato in FIBA. Per la Legadue ci sono tre candidati per i due posti di visionatore, Cazzaro, Borroni e Baldini. Sul nome di Baldini c’è maretta, anche se persona di qualità. Cazzaro ha un contratto di consulenza come designatore, idem come istruttore Lamonica e sarebbe meglio che il nuovo corso risolvesse i casi di doppio lavoro, nepotismo e procedesse a una bonifica. A chi tocca tocca. Il milanese Borroni è una figura felpata, figlia purtroppo di “politica territoriale”. Un’ultima raccomandazione: impedire l’accesso a organismi tecnici di soggetti che hanno incarichi politici, senza fare nomi. Nella normalità ci deve essere l’eccezionalità.
“Dalle ceneri di Zancanella la Fip deve sfruttare la grande occasione per un vero rinnovamento”, esorta soddisfatto Francesco Grotti di questa svolta “sotto traccia” che preparerà il terreno per il nuovo presidente del CIA molto vicino a Petrucci in passato. Una figura manageriale e rappresentativa che avrà bisogno anche di un settore studi e sviluppo che potrebbe cooptare Umberto Porcari, il massimo studioso e fra le principali vittime della nefasta autogestione.
Anche lui come Grotti si è battuto a suon di esposti sulla vicenda delle classifiche di fine anno che le troppe chiacchiere, mai smentite, hanno definite “pilotate”.
Le accuse di Milano rappresentano purtroppo un’appendice sorprendente -nel senso allarmistico del termine – di una possibile Baskettopoli2. E’ temeraria la mossa dell’Armani nel chiedere di indagare su presunti favorismi arbitrali. Si tratta di un’arma a doppio taglio, pericolosa, che pretende delle prove, perché un “de relato” non trasformato in ipotesi di reato è solo un sasso nello stagno finito sul fondo, e che la Procura del basket non ha preso in considerazione, e oggi ipotesi di reato prescritto. Ma è anche vero che l’azione di Milano (e di Toti?) potrebbe cambiare radicalmente lo scenario di Baskettopoli1 alla ripresa del processo il 29 ottobre.
Intanto vengono annunciate altre intercettazioni, come non bastassero già quelle che sono state pubblicate e spiacevoli anche per chi fa la nostra professione. Si legge anche di minacce di manipolazioni con l’uso della stampa, per cui sembra doveroso un intervento degli organismi a tutela dei giornalisti, esposti a querele temerarie o presentati come pifferai da usare per campagne personali..
Il sospetto in questo scenario “gelatinoso” nel quale “si dice a nuora perché suocera intenda” quando ci vorrebbe chiarezza, a cominciare da un’assemblea plenaria urgente di Lega prima che la guerra di Troia divampi fra le due potenze per uno scudetto che ha avuto riscontri nei rating tv più bassi di quelli della regular season, è che il topolino Baskettopoli partorisca la montagna. C’è chi ha preso carta e penna per raccontare di una possibile ramificazione riguardante le scommesse, in stile “shaving point” (lo scarto finale), che potrebbero aver trovato campo fertile nelle cosiddette “martingale” (scommesse su più gare). E avrebbe suscitato l’interesse di altre procure di fronte inoltrando un documento scottante. Potrebbe essere un ballon d’essai, ma con quest’aria satura di veleni sarà meglio non mettere la mano sul fuoco. Come si dice in questi casi, bisogna solo aver fiducia nella giustizia.