Si sgonfia di colpo la Lin-Mania per le 9 palle perse contro gli Hornets di Marco Belinelli, the show must goes on, il gioco va avanti e il piccolo turno del sabato s’inchina agli Spurs che battono nuovamente i Clippers, stavolta però nei supplementari. E grazie a “Sua Immensità” Tony Parker (30 punti, 10 assist,8/11 nei liberi) a due canestri da 3 di Gary Neal, il fuggiasco della Benetton ed ex capocannoniere della Spaghetti League, e con la complicità di Chris Paul che perde palla con i Clippers avanti di 3 punti a 9” dalla fine e Gary Neal, lo specialista da 3 punti, mette dentro 4” il missile per andare all’overtime dove si ripeterà.
“Ho giocato la peggior partita da quando sono nella NBA”,
ammette Paul scusandosi coni compagni anche se la responsabilità cade anche su coach Vinnie Del Negro, pure lui ex Benetton, per il mancato time out finale per gestire il vantaggio e il possesso di palla nell’azione sciagurata. “E’ stata solo una infelice giocata”, si difende Del Negro. Contro la loro bestia nera (26 sconfitte sulle ultime 30 gare con i texani) i Clippers hanno dunque sprecato la grande occasione. Si è sentita la mancanza di Billups (stagione finita per la rottura del tendine d’Achille) per la serata incerta del suo sostituto Foye (4/10) e quelle decisamente no della sua star Chris Paul (6/19,1/3 da 3) e di Butler (1/6). Spettacoloso invece la stella nascente Blake Griffin (20 rimbalzi, top in carriera), utilissimo per saldare la difesa K-Martin, tornato dalla Cina, con 7 rimbalzi.
San Antonio che all’andata aveva vinto 115-90 ha tirato meglio dentro l’area e anche fuori e vinto una partita travagliata, un nuovo infortunio di Manu Ginobili e lo stop di Tiago Splitter, il sesto uomo e cambio di Tim Duncan. Gregg Popovic al solito ci ha messo di suo e nelle rotazioni ha trovato nelle rotazioni la chiave del decimo successo consecutivo, con il sorprendente Matt Bonner (13 punti, 6 riumbalzi, 35 minuti), il cambio del centro, e Gary Neal (17 punti, 3 assist). Ha vinto cioè col 9° e 10° giocatore, mentre il quintetto non è stato brillanter, a parte Tony Parker che ha vinto alla grande il duello diretto con Chris Paul grazie alla superdoppia, ai tiri liberi nel quarto tempo e nel supplementare e a 30 punti sui 65 degli starters texani.
San Antonio comincia quindi bene un altro raid esterno che dopo Los Angeles la porterà lunedì a Salt Lake City (Utah), martedì a Portland (che tornato Aldridge ha vinto largo con Atlanta una gara delicata) e mercoledì a Denver, la vittoria dice che adesso diventa una squadra vincente anche in trasferta (10/9) e superando per la prima volta il 70 % (22/9, 71%) è al 2° posto nella West Conference e al 4° assoluto e le prime 2 della Pacific Division, Clippers e i Lakers (che a loro volta avvicinano i cugini), dovranno darsi da fare per recuperare.
Senza Derrick Rose per la quinta gara consecutiva Chicago perde all’United Center la classica partita facile, i Nets (reduci da 8 sconfitte consecutive) con una panchina inesistente (11 punti totale) fanno risultato con Deron Williams (29 punti), Kris Humpries (24 punti e 18 rimbalzi), She Williams (14 rinbalzi) e il sorprendente rrokie MarShon Brroks (19 punti). La franchigia del New Jersey sta vivendo ore di tensione aspettando il risultato delle elezioni presidenziali russe del 4 di marzo perché Mikhail Prokhorov, il proprietario, ha deciso di sfidare Putin, e in caso di sconfitta potrebbe passare la mano e saltarebbe il progetto del trasferimento a New York.
E’ stata un’idea felice quella di coach Thibodeau ripescare la guardia Mike James dalla D-League, 10 anni di NBA, 37 primavere, autore di 16 punti, ma senza Rose i Bulls sono b- mas o meno.. – come i Bulls d’antan senza Michael Jordan. Serata storna in tutti sensi, oltre a Rose mancava anche Rip Hamilton e il suo sostituto CJ Watson è uscito per un colpo in faccia. Gli effetti dello scivolone sono psicologici ma anche pratici: Chicago passa al 1° al 3° posto (25/8, 75,8%), senza giocare il ciclone-Miami arriva al top (24/7, 77,4), e Oklahoma (23/7, 76,7%) riguadagna la seconda posizione.
Si chiude stanotte con New York-Dallas la settimana pre-All Star Game (24-26 a Orlando, con la novità della sfida fra le promesse e la convocazione a furor di popolo di JLin) che sarà ricordata per il disgelo delle perdenti: hanno vinto tutte, con risultati sorprendenti, le ultime delle varie division tranne Sacramento (0/4), e cioè New Orleans di Belinelli (3/0), Detroit (2/0), Minnesota (2/0), Charlotte e New Jersey.
I top del Saturday-night sono stati Stephen Curry dei Warriors con 39 punti (il compagno Monta Ellis ne ha segnati 33, totale 69 punti, dimostra che il risultatolo fanno i piccoletti), Blake Griffin (20 rimbalzi) e Tony Parker (10 assist), ancora silenzio sul rientro di Bargnani fermo dal 24 gennaio per una ricaduta dello stiramento al polpaccio.
Risultati sabato 19 febbraio: LA Clippers 100-103 ts; Chicago-NJ Nets 85-97; Memphis-Golden State 104-103; Portland-Atlanta 97-77