Il match di cartello Cantù-Bologna seguito dallo 0,67%, solo 30 mila utenze per la domenica sera sul Rai Sport1, ammirevole contributo delle “sorelle minori”. Questa volta per aumentare le difficoltà ho aggiunto anche , oltre al netcasting , alla partita Rai e la registrazione di quella de La 7, anche una diretta di una privata dove andava in onda Biella – Milano. Così per gradire.
Qual è il succo della storia, dove voglio arrivare? Voglio mettere in evidenza una tendenza alla quale si dà importanza, ma neanche tanto: ormai non c’è più solo la televisione e la radio, ci sono altri media a distribuirsi la torta dell’interesse del pubblico. Soprattutto sono tantissimi canali video, tantissimi audio e un infinità sulla rete. Come si fa a concentrare l’interesse del pubblico? Con sistemi tradizionali, nessun artificio strano: la promozione a tappeto, partendo dalle famiglie, le scuole, i social network, il tam-tam su web e sui mezzi tradizionali d’informazione.
Se l’offerta è capillare altrettanto dev’essere l’informazione e la promozione. I “numeri” sui quali si ostinano a leggere interesse o disinteresse non sono più solo televisivi o radiofonici e poi, soprattutto, si deve tornare a considerare una cosa tralasciata da tempo: il gradimento. Perché è vero che il tifoso guarda una partita anche in un videocitofono se il condominio la trasmette ma non è detto che gli piaccia.
E il gradimento si ottiene proponendo un buon prodotto, ben confezionato, possibilmente con novità ed idee che attirino ulteriormente il pubblico. Qualcuno si riconosce con i prodotti di questi giorni? Appunto.
E’ di queste ore il possibile passo indietro de La7 che sposterebbe il prodotto basket su La7 D limando ulteriormente le possibili chances di aumento degli ascolti. Sabato i numeri sono stati questi 0,67% di share per 92.000 telespettatori, con una partita di prima fascia come Cantù vs Bologna , mentre domenica lo 0,19 % con poco più di 30.000 utenze.
E continuo a dire che questi numeri non, ripeto, non, andrebbero presi sul serio : sia per attendibilità che per valore. Mi sembra di essere Don Chisciotte contro i mulini a vento dell’Auditel, ma continuo, essendo un capricorno sono molto ostinato nelle mie convinzioni. Posso aprire una parentesi “privata”? Non nel senso di mia personale ma proprio nel senso di televisione privata. Una delle tante che grazie al nuovo contratto trasmettono le partite fuori casa delle varie squadre, in diretta. Ho visto le immagini e, paradossalmente, sia pure con meno mezzi a disposizione, nessuna grafica, il punteggio aggiornato col sistema storico della finestrella che inquadra il tabellone e altri limiti, c’era maggiore attenzione rispetto alle “sorelle” maggiori nazionali.
Nonostante la qualità del segnale (attenzione, il segnale non il video prodotto) fosse stracompressa , le immagini erano buone, Unico vero errore (e non da poco), è che la televisione che produceva la partita era in 16/9 mentre l’emittente che la mandava in onda era in 4/3! In questi casi ci possono essere due effetti a seconda di come viene trattato il segnale: o i giocatori vengono “allungati” ulteriormente dallo schiacciamento dell’immagine o due simpatiche bande nere tagliano le estremità delle immagini. Nel basket si traduce con la sparizione di chi porta la palla e dell’angolo basso del campo con una fetta di canestro.
Quest’ultimo è stato il caso visto ieri , ma si sa, il tifoso guarda anche attraverso un videocitofono ed io ero in quella veste. Facciamo il punto delle due partite anche se non mi va di sparare sulla croce rossa: siamo arrivati al livellamento in basso. Su entrambe le reti purtroppo. Perché se è vero che le riprese delle partite su La7 , come regia sono grammaticalmente corrette, a livello redazionale e produttivo non c’è la minima intenzione di migliorarle (anche se a Cantù si è vista una telecamera, fissa, in più), con clip, isolate, arricchimenti e approfondimenti. Su rai sport è ancora più drammatica: qui non c’è neanche un solo regista a dare l’impronta, siamo alla sagra dell’ Uva.
Domenica c’era ancora minimo sindacale Belli: pochi rischi e pochi stacchi, condito dalle immagini di Avellino che evidentemente non vengono proprio digerite dal controllo camere dell’unità di ripresa. Infatti i giocatori erano irrimediabilmente sofferenti di fegato, verdini e tetri.
- TAP IN: uno stand up del Pozz e Francica Nava finalmente bene illuminato. Un tentativo di voice over sul la clip pre partita Rai da parte del sempre sdiaframmato Fanelli (nel senso di forzare la voce col diaframma). Bene i due “color”: Pozzecco e Michelini.
- TAP OUT: la qualità video di entrambe le partite , sempre con gli stessi errori: definizione rivedibile, colori pure. Le voci inutilmente sforzate di entrambi i commentatori (trasversalità prima di tutto…)
- COSA E’ STATO DETTO: Mi sono rifatto le orecchie con il commento del grande Franco Casalini, e questo mi ha messo di buon umore…quindi non infierisco.
- DA FAR VEDERE: il duello tra puffo verde e puffo bordeaux (Green vs Clark) e l’impatto pauroso che ha avuto il mio mini-centro preferito Brunner su Cantù vs Bologna. Come dicevamo prima della crisi , qualcosa cambierà…
Giancarlo Fercioni – Regista Sky Tv