Il centro di Orlando Magic, Dwight Howard batte il record di 34 tiri liberi stabilito 50 anni fa da Wilt Chamberlain, con 45 punti e 23 rimbalzi ed è il più votato dell’All Star Game (754.737 voti), con Andrea Bargnani ottavo (54.734) e Danilo Gallinari decimo (34.438).
Con 39 liberi tentati Howard ha fatto crollare uno dei record storici di Wilt Chamberlain (34, 22 febbraio 1962 contro St.Louis) che durava 50 anni, e se non ne avesse sbagliati ben 18 contro i Warriors avrebbe superato largamente i 50 punti e l’high di stagionale di Kobe con 48. In ogni caso, il turno ristretto (5 gare) del 12 gennaio che ha registrato una ricaduta dei Knicks, ko a Memphis dopo 4 vittorie consecutive, non ha avuto occhi se non per l’impresa di Dwight Howard il quale ha scritto 45 punti, 23 rimbalzi, 12-21 al tiro, 21-39 dalla lunetta, 3 assist, 4 recuperi, 2 stoppate in 43 minuti, e ciliegina sulla torta l’azione da 3 del successo per il 112-109 su un rimbalzo d’attacco (tiraccio da 3 del presuntuosissimo Hedo Turkoglu) che ha permesso ai Magic di vincere la terza partita consecutiva fuori casa sulla via di New York dove lunedì notte i bagarini faranno affari d’oro.
Sceso in campo con la tuta di Superman alla Oracle Arena di Oakland, “Bid D”, da 3 anni miglior difensore della NBA, ha fatto capire perché il suo trasferimento (grande sogno estivo dei Lakers e adesso di Chicago) sposterebbe l’equilibrio per l’anello 2012 e la principale ragione per la quale vedremo alle Olimpiadi di Londra un Dream Team super, molto simile a quello dei Jordan, Magic, Bird e Barkley.
“Cercavo solo di essere il più possibile aggressivo, di conquistare tiri liberi senza preoccuparmi d’altro, avrei potuto sbagliarne anche 30. Sapevo che andando al tiro ogni volta avrei preso fiducia per tirare meglio il prossimo”.
Questa la dichiarazione di Howard (detto DD double d dal doppio nome Dwight David) il prodotto più conosciuto della Georgia dopo la Coca Cola e il Masters di golf, figlio di un soldato di cavalleria e di una giocatrice di basket, un centro più stile Jabbar ma con un fisico esplosivo. Coi suoi 211 centimetri usa molto il mezzo gancio in avvicinamento nell’1 contro 1 sfruttando la potenza muscolare fuori dal comune, perché ha veramente due molle nelle gambe. Questa la differenza fra lui e il grande Jabbar signore del Gancio Cielo (Sky Hook).
Per la prima volta ha superato anche l’asticella che registra le grandi imprese, quella dei 40 punti e i 20 rimbalzi. E’ il primo a riuscirci a 8 anni di distanza dal record personale di Shaquille O’Neal, 48 punti e 20 rimbalzi del 2003, 3 punti in meno ma 3 rimbalzi in più. Ma questa settimana resterà unica nella sua vita perché nelle stesse ore dello show di Oakland è risultato il più votato in assoluto (754.737 preferenze) per l’All Stare Game di Orlando (26 febbraio). Sorpresa a Phoenix, dove i 15 assist di Steve Nash che sta per arrivare in cima al ranking dove c’è ancora Rajon Rondo (Nash è a 9,8, il bostoniano è a 10,1 di media) non sono stati sufficienti per fermare Cleveland che va 5/5 nel segno della crescita del n.1 del draft, Kyrie Irving.
“Kej” smentisce le perplessità sulla possibilità di avere un impatto forte come gioco a soli 19 anni e nella città del Sole ha segnato 26 punti con 8 assist, dimostrando di saper tenere in pugno una squadra strana, con l’antico (36 anni) Antwan Jamison capace di andare ancora in doppia cifra (23 punti) e fra gli starter l’israeliano Omar Casspi (arrivato dai King) e il centro brasiliano Varejao che per ora non colpiscono affatto. In tutti i sensi. I Knicks a Memphis sono tornati arrendevoli, hanno bisogno di una grande serata di Anthony e Stoudemire che non avevano una gran voglia di contrastare gli assalti rabbiosi dei giovani Grizzlies guidati da un giocatore interessantissimo quale Rudy Gay principale protagonista del prestigioso successo che interrompe la serie di 3 sconfitte.
“Melo” è stato colpito a un piede mentre cercava di prendere una palla vagante ed è uscito dal campo quasi polemicamente quando la gara era ancora rimediabile, inutile cercare il balzano Stoudemire (1/7 al tiro, 6 punti, 3 rimbalzi, 4 falli) mentre il rookie Shumpert, promosso a starter, ha mal ripagato Mike D’Antoni con 5 canestri su 20. Domanda scontata, sulla quale Mike starà riflettendo: può una matricola permettersi di tirare più dei bigs? Intanto sono arrivati i risultati del primo giro di votazioni per l’All Star Game, per quanto riguarda i due azzurri inseriti fra i “forwards” (ali) Andrea Bargnani è 8° (54.739 preferenze) fra i Top Ten dell’Est e Danilo Gallinari 10° (34.438) nell’Ovest.
Più votato degli europei il tedesco Dirk Nowitzky (231.832) davanti ai fratelli spagnoli Gasol (Paul 185.922, Marc 102.116). I numeri 1 per ruoli sono: Forwards: LeBron James (640.789 Est) e Kevin Durant (633.538 Ovest), Guardie: Derrick Rose (640.476 Est) e Kobe Bryant (690.613 Ovest), Centri: Dwight Howard (754.737 Est), Andrew Bynum (496.597).
La votazione si chiude il 31 gennaio, il 2 febbraio si conosceranno le squadre e gli starters. Si può votare cliccando www.nba.com. Gli italiani tornano in campo stanotte, tentano di risalire Toronto che dopo il ko casalingo (Bargnani lieve stiramento al polpaccio) riceve Indiana e New Orleans ospita i Grizzlies di Rudy Gay ringalluzziti dal successo con i Knicks mentre Gallinari e c. sognano il colpo grosso al Pepsi Center di Denver contro i Miami di LeBron, Wade e Bosh. Se vincono andranno 8/4, e si comincerà a parlare di squadra-guastafeste.
[email protected]
Riproduzione Riservata