Nel corso delle gare Nba del 6 gennaio, Danilo Gallinari è il migliore di Denver che va 6/2 vincendo a New Orleans nel derby azzurro tra il milanese e Marco Belinelli. Intanto, i deboli Nets interrompono la breve scalata dei Raptors vincendo a Toronto. Grazie a Rose, Chicago vola passando anche a Orlando. Continua la striscia di Chicago (7/1) che frena la corsa di Orlando (3/4) nel turno dell’Epifania con 12 gare e 5 vittorie esterne fra le quali quelle di Mike D’Antoni che salva la sua panchina dei Knicks e del Gallo che dà slancio alle nuove ambizioni dei Nugget (6/2) nel derby con Belinelli.
Brusco stop,invece, per l’interessante primavera di Toronto di Andrea Bargnani (3/4) che dopo le due vittorie, fra le quali quella sorprendente al Madison, perde in casa contro i Nets che hanno vinto la loro seconda partita. Danilo Gallinari in odore di All Star Game dopo la prova da leader di Denver a New Orleans, col maggior punteggio (23 punti. 9/17, 3/9 da 3, 4 rimbalzi, 6 assist), il maggior minutaggio della sua squadra (39 minuti): grinta, attacco, difesa, organizzazione, carisma. New Orleans che aveva iniziato bene la stagione ha perso terreno (2/5), e fra i pochi da salvare in una squadra dallo scarso potenziale offensivo c’è Marco Belinelli tornato nel quintetto con i nuovi guai al ginocchio di Eric Gordon e la cui risposta è stata senz’altro positiva, con 3 bombe importanti per tenere su la squadra, 13 punti, 5/13, 4 assist, 2 recuperi, 3 rimbalzi.
George Karl ha rimesso in quintetto il russo Timofei Mozgov che non ha segnato anche stavolta nemmeno un punto, e alla fine la miglior figura l’ha fatta il greco-americano Koufos (8 punti e 5 rimbalzi) in un turno deludente per i centri europei perché l’ingresso di Milic nei primi 5 di Minnesota contro Cleveland di Kyrie Irving è servito a poco (è comunque pronto Nikola Pekovic che ha giocato la prima gara con 90” in tutto), mentre a Orlando solo 4 punti per Joaquin Noah nei Bulls che hanno messo le ali con Derrick Rose (21 punti, 8 rimbalzi, 10 assist nonostante problemi al gomito sinistro), l’anglo-sudanese Luol Deng (21 punti) e il bestione Boozer (20 punti).
Avere un grande centro non basta, lo dimostra Orlando che ha perso in casa con 28 punti e 15 rimbalzi di Dwight Howard (che appunto aveva di fronte il filoforme francese Noah) e che continua a tenere in panchina Von Wafer, il cecchino che ha cominciato la stagione con Cremona. Tornato ai suoi livelli Stoudemire, i Knicks dopo le due buccie di banane casalinge con Toronto e Charlotte hanno vinto a Washington di 3 punti grazie al trio Anthony (37 punti)-Stoudemire (23)-Chandler (12). “Melo” approfittando dell’infortunio di Lebron e del calo di Durant (26 punti per il ritorno al successo contro Houston dopo due inopinate sconfitte) è il miglior cecchino della NBA, sporca la sua media Andrea Bargnani che dopo i 31 si è fermato a 17 in 36 minuti con 6/12, 1 su 1 dall’arco, 4 rimbalzi e 3 assist.
Si è superato ancora una volta Calderon (19 punti e 9 rimbalzi), ma Toronto ha perso la partita casalinga con i Nets non ai rimbalzi, bensì nel duello degli esterni, micidiali infatti Deron Williams (uno dei ben 4 Williams della formazione…) e Morrow (24 punti) oltre a 10 punti decisivi di Jordan Farmar in maglia Maccabi nelle prime 8 gare di Euroleague. Deron reduce dall’esperienza turca ha realizzato 24 punti, con 11/13 dalla lunetta e 9 assist). Chicago con 7/1 raggiunge i Miami Heats del pittoresco coach Spoestra, Washington è ancora al palo (0/7) crescono Denver, Indiana e Atlanta, operazione rinnovamente ok per Cleveland guidata dal n.1 del draft Kirye Irving che sembrava leggero per questi livelli, mentre quasi certamente sarà in campo già a febbraio nell’Alla Star Game di Orlando. Oklahoma ha subito uno coch dalòle due sconfitte, ha ripreso la marcia dimostrando di aver bisogno del barbuto James Harden (23 punti partito dalla panchina) e di Sergi Ibaka che ha sfiorato la doppia-doppia (11 punti e 9 rimbalzi). Infine, per il licenziamento di Paul Westphal da parte di Sacramento, si difende DeMarcus Cousins, un giovane centro dal carattere difficile, indicato come il responsabile di uno degli allenatori più popolari della NBA che voleva cederlo.
“Ci dobbiamo mettere presto questa storia alle spalle”,
hanno detto i proprietari, mentre da parte sua Cousins che con l’arrivo in panchina di Smart, il vice coach, ha ritrovato il sorriso e la strada del canestro, dice:
“E’ imbecille chi dice che sia tutta colpa mia, Westphal è un coach che mi ha insegnato e dato molto”.
Domenica Toronto va a Filadelfia (4/2), gli Hornets sono a Dallas (3/5) e prova del fuoco per Denver a San Antonio (5/2) imbattuta in casa ma senza Manu Ginobili per 8 settimane per la frattura della sua famosa mano mancina che verrà operata con l’applicazione di una placca di metallo.