Lacerazione del crociato anteriore del ginocchio sinistro, niente menisco, operazione a fine stagione – assicura Denver – con le migliori prospettive per il pieno recupero. La paura è stata tanta ma si tratta pur sempre di …“a serious injury that will require a long rehabilitation”, che tradotto significa problema serio, riabilitazione su tempi lunghi.
Questa, in sintesi, la situazione riguardante l’infortunio di Gallinari a 4’27” dal termine del primo tempo contro Dallas, quando forzando una chiusura di Nowitzky e Collison sull’entrata, il pallone fra le mani sul secondo passo per andare a canestro il ginocchio gli ha ceduto.
Brutto infortunio, non rischia però la carriera, tanto affetto e calore attorno al giocatore arrivato a essere al livello di un all-star, disse di lui tempo fa Kevin Garnett, ma addio nazionale anche se lo considero un collante, un leader e si augurano di esserci le condizioni per averlo nella spedizione come capitano non giocatore. Alla Fip non hanno fatto comunicati perché sembra che solo fra 4-5 giorni si potrà valutare meglio la gravità e le possibilità di recupero.
La perdita è gravissima in prospettiva degli europei perché Bargnani è fermo da tempo per il problema del gomito e chiaramente in rotta di collisione col suo club dichiarando “più o meno siamo la peggior squadra della NBA”, Belinelli sarà disponibile se i Bulls gli rinnovano il contratto e quindi dal finale di stagione e il problema agli addominali non lo aiuta perché comunque la squadra vince anche senza quattro giocatori, quindi potrebbe firmare per un’altra squadra magar però non più come starter, i playoff sono una risposta alò suo futuro.
Adesso si parrà la nobilitate di Petrucci e Pianigiani nel lavoro motivazionale, perché non basta la retorica della maglia nazionale ad uso della press-review quotidiana, ma un lavoro in profondità, un guardarsi dentro e in faccia isolando i giocatori dalle brutte storie – l’ultima di Caserta – che settimanalmente ti fanno capire che, come sostiene qualcuno, “il movimento è stato in questi anni privo di una guida e in troppi ne hanno approfittato”.
Fossi nella Fip, dato per scontato che il Gallo è amatissimo da tutti, come si è visto anche dal numeri dei “cinguetti”, proprio perché non è solo e ben attrezzato per cavarsela e magari ha bisogno di essere tranquillo, non commetterei l’errore italico del …pianto greco, e guarderei piuttosto a sottolineare l’importanza del team, chi c’è c’è e non si tratta dell’asino vivo meglio del dottore morto, il campionato ha dato buone indicazioni di crescita di alcuni giocatori, magari Pianigiani dovrebbe invitare i suoi colleghi al pre-raduno e stabilire un progetto di cooperazione fino ad oggi mancante, anche perché non è chiaro che l’attuale settore sia proprio quel che si dice una “turris eburnea.
Oggi il Gallo ha altri problemi contingenti, e deve stare vicino ai compagni. “Sappiamo tutti quanto Gallinari sia proverbiale il suo lavoro etico e l’impegno, perciò siamo sicuri che tornerà in campo la prossima stagione più forte di prima”, dice Masai Ujiri, il vicepresidente dei Nuggets discendente dalla famosa tribù guerriera keniota sottolineando quanto il Gallo sia stato importante per i successi e assicurandogli il massimo supporto, per cui si arguisce che sarà, la sua, una faticosa estate dedicata alla rieducazione e dovrà forse viverla in Colorado che offre garanzie organizzative, efficienza,l’assistenza diretta dei propri medici, fisioterapisti e trainer (che comunque anche la Fip gli garantirebbe con Cuzzolin strappato alla NBA per il rilancio della nazionale). Denver difende naturalmente anche un investimento da 42 milioni ammortizzabile in 4 anni, e questa era solo la prima stagione.
Personalmente credo che Denver avrebbe avuto proposte di mercato, magari da parte dei Lakers di D’Antoni (ah…se Mike resiste, perché durante il ritiro della maglia di Shaq i cori dei tifosi invocavano il ritorno del coach-zen degli happy days…) o dei Celtics, ma l’importante a 24 anni è tornare al più presto in campo, recuperare le forze perché in questi anni il Gallo non si è risparmiato, ha subito un’operazione alla schiena e ha subito vari infortuni (l’ultimo la lesione alla spalla prima delle qualificazioni europee guarita giocando) tornando subito in campo e meritandosi la fama di “sano immaginario”.
“Non posso negare che le prospettive siano più difficili, ma dobbiamo reagire e continuare a vincere anche per lui nei prossimi playoff”, afferma coach Karl che il coraggio possiede in abbondanza pensando intanto al record dei 20 successi casalinghi e a lanciare definitivamente il francesino Evan Fournier che ha messo su muscoli, mentre per quanto l’incidenza del “fattore-Gallo” Corey Brewer, top scorer contro Dallas, esprime bene l’opinione della squadra: “Le assenze sono una brutta cosa, figuriamoci quando si tratta di una persona tanto importante come lui è per la nostra squadra”
La bellissima stagione dei Nuggets non sembra dunque godere del giusto premio da parte della fortuna, è fuori anche Ty Lawson, il play titolare e il miglior cecchino, ma Gallinari con 16,2 punti (ma aveva toccato anche i 18 di media entrando fra i primi 20 della classifica) , 5,2 rimbalzi, 3,1 assist, 153 canestri da 3 e 286 tiri liberi è stato il collante di questa ascesa
non capisco quale sia la vera lesione riportata dal Gallo!! se il crociato anteriore è rotto( o lacerato) come scrivono i media,deve essere sicuramente trattato chirurgicamente ora e non alla fine del campionato; se invece non è leso allora va bene la rieducazione e,visto il periodo di tempo,potrebbe essere anche pronto per gli Europei: