Lunedì sera sulle poltroncine dello United Center per l’atteso confronto fra le due formazioni al 5° posto delle rispettive conferences saranno ospiti interessati anche il CT Pianigiani (storicamente purtroppo anche l’ ex coach del disastro-Fenerbahce, per fortuna aveva voluto con sè le tre maggiori star dell’epopea senese..), Gianni Petrucci e il suo cancelliere Laguardia (c’è anche il segretario Bertea…cui prodest?).
I quattro “fippini” volano domenica mattina dall’Italia alla volta della città di Obama per concentrarsi sull’operazione “coccole azzurre” riservata a due giocatori protagonisti dell’ottima stagione di Denver e quella significativa dei Bulls che mancando di Derrick Rose non hanno potuto competere per il terzo successo nella Regular Season ma sono anche questa stagione fra le prime del ranking “on the road” come hanno dimostrato anche venerdì notte sul campo dei Warriors, la principale sorpresa dell’anno, passando dal -41 di Sacramento al + 36 di Oakland con 28-19 e 38-18 nel 2° e terzo quarto.
L’interesse della missione è far parlare di basket, imperativo petrucciano in tutte le cose che lui fa, ma nello specifico affrontare con la disponibilità dei tenori azzurri per gli europei di settembre in Slovenia che hanno quale obiettivo massimo una medaglia e minimo la qualificazione per i mondiali 2014 . Il viaggetto si concentra sulla sfida fra Gallinari ago della bilancia delle buone stagioni di Denver nel dopo-Anthony e Marco Belinelli che considerato fino all’estate scorsa uno specialista approfittando dell’assenza di Rose si è ritagliato con umiltà e lavoro un ruolo di protagonista nel doppio ruolo guardia-play e di buon difensore in una squadra da playoff arrivando a essere titolare per vie traverse (vedi anche gli infortuni di Hamilton e Hinrich) con miglioramenti nel passaggio, in difesa, nelle piccole cose anche se per ora non si parla di rinnovo di contratto.
Mentre Gallinari è al secondo anno dei 5 anni di contratto con i Nuggets ma potrebbe finire sul mercato vista l’ottima stagione, da virtuale All Star, e la sua presenza in Slovenia non si pone, Belinelli è legato alle decisioni dei Bulls che si muoveranno sul mercato in base alle garanzie che darà Derrick Rose, il jolly per il playoff, e alle decisioni del suo agente che cercherà di capitalizzare i progressi tecnici e di personalità, perché è mica da tutti essere due volte il match winner contro i Knicks anche al Madison, una delle perle della stagione del giocatore bolognese che può garantire un pari rendimento di continuità in un ruolo occupato dalle migliori guardie europee come gli spagnoli Fernandez, Calderon e Rubio, lo sloveno Goran Dragic, il russo Shved, i greci Spanoulis e Papanikolau, il croato Saric. Per chiudere il discorso: personalmente Belinelli in nazionale ci andrebbe di corsa, anche per alzare ulteriormente le sue quotazioni, ma se dovesse facciamo il caso finire a Dallas difficilmente Cuban gli permetterebbe di giocare gli europei. Nessun ostacolo o veto invece da parte dei Bulls, almeno per il momento, che hanno permesso a Noah e Deng di rispondere alla chiamata olimpica.
Non è escluso che a Boston riescano a vedere o mettersi in contatto con Bargnani col quale avrebbe parlato Pianigiani prima di rendersi irreperibile, forse per timore di parlare della sua situazione anche se il gossip racconta della possibile fine della sua love-story con la ricca e affascinante cover-girl americana rea del peccato di civetteria. Raccontano infatti che il Mago voglia concentrarsi sulla sua carriera che ha preso una piega delicata, e non abbia gradito le uscite notturne della fidanzata che lo starebbe cercando invano.
La stagione è finita in maniera deludente per una questione di gomiti poco allenati ai taglia fuori nelle aree affollate, quasi una ribellione dei suddetti arti al poco utilizzo e un contrappasso per lo spreco di talento come attaccante del gigante romano che adesso aspetta le decisioni della sua società che chiaramente sta cercando un acquirente per ridurre i danni dell’investimento che costa altri 22 milioni di salario e la prospettiva di altre due stagioni senza futuro. Il suo talento non si discute, ma fa riflettere la storia che per 9 volte ha segnato più di 20-30 punti e la sua squadra ha sempre perso, la sua disponibilità dipende della decisione dei Raptors che devono riflettere bene sull’errore commesso l’anno passato, quando gli chiesero di riposare per risolvere il problema cronico dello stiramento al polpaccio. Il riposo divenne un lungo ozio, e i risultati si sono visti: atleticamente è arrivato impreparato al via, e nella NBA per giocare in area e difendere sui giganti devi avere peso e muscoli.
Intanto venerdì notte oltre alla incredibile resurrezione dei Bulls passati dal disastro di Sacramento (121-79) a una vittoria autoritaria coi Warriors (78 punti di differenza fra una partita e l’altra, un primato da Guinnes) con Belinelli titolare (13 punti, 5/12, 3/6 da 3, 6 assist, 6 perse, maggior tempo in campo con 40,7 minuti, ottima difesa, vedi gli 11 tentativi iniziali a vuoto di Stephen Curry e soci nel tiro da 3 dove sono i primi della stagione con quasi il 40 per cento) Denver ha vinto l’11esima partita consecutiva battendo con una prova di carattere Memphis, 87-80 e successo netto nella serie con i Grizzlies. I principali artefici del successo , che sembrava difficile con i Grizzlies avanti di 8 punti alla fine del 3° tempo, sono stati Gallinari con 15 punti e l’incredibile greco-americano Koufos con un high in carriera (18 punti e 16 rimbalzi) protagonista di una stagione inversamente proporzionale ai mezzi fisici in un ruolo dove è difficile rivaleggiare con pesi massimi come Howard, Randolph, Jefferson, Monroe.
La squadra di George Karl con 45-22 e il 67,21 % ha quasi raggiunto i Clippers di Paul e Griffin (45-21, 68,2%) e Memphis al 3° posto (44-20, 68,8%) e perciò il match di lunedì notte ha un valore doppio perché Denver in questo momento è in pratica l’anti-Miami che ha vinto 21 partite consecutive (50-14, 78,1%) e superato gli Spurs (50-16, 75,8%) nel ranking assoluto. Denver questa stagione ha dato prova di grande personalità anche in trasferta, anche se in casa è imbattuta da 15 partite e ai playoff potrebbe far valere il fattore-campo e inserirsi nel duello fra San Antonio e Oklahoma per il titolo della conference. Contro i Grizzlies Gallinari e C hanno dimostrato di saper vincere anche in difesa, e contro la reputazione di squadra vincente quando segna più di 100 punti. Se batte i Bulls a Chicago ne raccoglie l’eredità di squadra senza limiti e confini, e mina vagante di questa stagione.
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