Il volto della delusione l’ha offerto ESPN, ed era quello del Buon Samaritano felsineo Marco Belinelli in panchina a gara scontata, la mano appoggiata sul mento, lo salvietta sul capo, lo sguardo assente. Mancava solo il fumetto: Morti di fatica, potevamo starcene a casa…
Molto brutalmente i due confronti ravvicinati con Miami e Oklahoma, principali pretendenti al titolo, hanno chiarito che forse questa non è stagione per i Bulls, premiata officina dei canestri , anche se il rientro di Derrick Rose potrebbe ridurre le distanze dalle bigs. Distanze al momento abissali avendo archiviato le due sconfitte di Chicago e Oklahoma City con oltre 50 punti di passivo. Il brusco ridimensionamento dei Bulls trova una giustificazione nel nuovo stop di Hinrich, play dal rendimento sicuro quanto inaspettato, e ha raggiunto la punta più preoccupante contro la squadra di Scott Brooks e dal naufragio si è salvato parzialmente il soldatino azzurro, unico positivo al tiro.
A voler essere indulgenti, si può tracciare anche un’ipotesi, che il trentello sia stato l’ effetto psicologico della serataccia al tiro, i 2 punti per Carlos Boozer, il suo pilastro, i 2/14 di Robinson che quando le cose vanno male, lui le accentua perché play non è mai stato e mai lo diventerà anche se nel Barnum è un personaggio interessante. Buon per Chicago che Durant fosse meno ispirato del solito (19 punti col 30% al tiro) e che il suo coach abbia mandato in campo i ragazzini (attento al dinoccolato Jones), capaci di superare i 100 punti una volta blindato il successo con Westbrook micidiale per potenza e un Ibaka progredito tecnicamente, ormai quasi al livello dei Dioscuri, una sostanza unica (17 punti, 10 rimbalzi, 3 stoppate).
Solamente la passione sfrenata del Madison, i 10 canestri su 11 di Stoudemire che Woodson non mette in quintetto, il volume di personalità e di mestiere che mette sul campo il divo Anthony ha salvato i Knicks da un’altra sconfitta che relega invece all’ultimo posto della Central Division gli sfortunati Sixers buggerati nel famoso trade che ruotava attorno a Howard con l’acquisto dell’infortunato Andrew Bynum tornato in palestra ma difficilmente tornerà in campo questa stagione . Knicks più ombre che luci, il 24% da 3 con 1/6 di Melo, 2/8 di Felton, 0/6 di Kidd pronto per la pensione, 0/3 per Prigioni, totale 6 su 33. L’energia per vincere è arrivata dal contributo della panchina (27/16, la statistica dice che questa è la ragione principale delle vittorie e non Melo) merito soprattutto dei 22 punti di “Stoud” e la provocazione della sua star che ha fatto scattare la scintilla per metterla sul combattimento.
E’ successo nel secondo tempo quando su un rimbalzo, Melo ha spinto da dietro Hawes toccandolo al collo, il barbuto centro, uno dei pochi bianchi sopravvissuti in questo ruolo, si è voltato di scatto a muso duro, a quel punto è arrivato il Tyson del basket e l’ha scaraventato lontano. Bravi gli arbitri a mettersi di mezzo, risultato: tecnico a Chandler arrivato a 10 (ancora 6 e poi scatta la squalifica di un turno), tecnico anche per Hawes e tiro libero e flagrant foul per Melo dopo aver rivisto il flash-back dell’azione).
Insomma, Hawes ha rischiato l’osso del collo e alla fine ne hanno tratto vantaggio i due compari, perché il regolamento sportivo non prevede la legittima difesa cosa sacrosanta esaltando invece, Spaghetti-League docet, l’archiviazione per cose ben più gravi. Comunque molto meglio queste ingiustizie poco educative che quelle “ideologiche” della nostra giustizia sportiva. “Yoghi” Woodson riesce a svangarla mentre il naso gli si allunga perché aveva annunciato cambiamenti nel quintetto, è arrivato KM (Kevin Martin) ex Clippers e firmato un decadale non l’ha messo in squadra e nel ranking è scesa al 3° posto con la crescita di Indiana al momento l’anti-Miami all’Est.
A proposito dei campioni, a parte il 63% nel tiro da 3 (4/5 Chalmers, 3/3 Allen, 4/7 Battier) che l’anno scorso era il suo tallone d’Achille con quello della mancanza del Centrone, a detta di tutti la vittoria.11 della serie è stata propriziata dall’inesperienza dei pur bravi ragazzini di Cleveland. E in questa occasione Waiters meglio di Irving.
Non è sfuggito al pubblico l’atteggiamento poco simpatico nei confronti dei compagni del Grande Uccello, come è stato ribattezzato per i tatuaggi Andersen, e questo potrebbe creare problemi al gruppo perché Pat Riley gli ha firmato il contratto per il resto della stagione con LeBron come garante del controverso personaggio con le sue storiacce.
Con le nuove magliette a mezza manica e senza Bogut (guarito alla caviglia il centro australiano rimpiazzato dal lettone Biedrins nel quintetto è fermo per la schiena) i Warriors hanno ottenuto due vittorie fondamentali, l’ultima quasi miracolosa per le 22 palle perse, grazie ancora a Jarrett Jack , uno dei grandi errori dei Raptors e degli Hornets e che a 30 anni ha trovato il suo mentore in coach Mark Jackson. “JJ” è stato il MVP del Target Center dove il competente pubblico ha disapprovato alcuni flash stile football e segnato come nella gara precedente il canestro decisivo.
Minnesota all-Europe brava e poco fortunata, col montenegrino Pekovic inarrestabile sotto canestro, Kirilenko sempre puntuale e ad annunciare che non giocherà agli Europei in Slovenia, ottima notizia per l’Italia, e show di Ricky Rubio che è un piccolo LeBron che fa tantissime cose e gli mancano solo i centrimetri e il tiro pesante sopravvissuto ai grandi demolitori del basket europeo, gli allenatori che ormai hanno ridotto il gioco a una gara di morra e all’esaltazione del catenaccio senza che i padroni della Lega europea capiscano che questo è un vero flagello.
Perdono in casa Brooklyn (72 punti orfani di Joe Johnson, i Grizzlies vincono appena con 76 e 2/7 da 3, tutto il mondo è paese.. ) e a Portland a Boston non sono bastati gli esempi di capitan Pierce e Kevin Garnett: i nuovi arrivati Jordan Crawford e Terrence Williams non si sono ripetuti, così Jeff Green l’astro nascente). New York e Indiana ringraziano, ormai le sconfitte a questo punto della stagione contano doppio e lo sa bene San Antonio che alla fine delle alla fine delle 9 trasferte è riuscita a portare a casa una vittoria preziosissima senza poter contare su Tony Parker, il suo guru, per uno stiramento al bicipite nell’overtime di Oakland e Gary Neal. Ha vinto in Oregon sudando freddo (36/47 ai rimbalzi, 17 perse, l’1/5 di Ginobili) grazie al terzo play, l’aborigeno Patty Mills, star della nazionale Aussie, la conferma di Tiago Splitter e i 12 punti di Diaw (5/5) e dell’argentino Ginobili.
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Risultati turno domenica 24 febbr: New York-Filadelfia 99-93 (29 Anthony, 6/18, T3 1/6, tl 16/18, 7 r, 5 pe, 22 Stoudemire 9/10, 5 T.Chandler + 12 r; 30 Hilday, T3 3/7, 5 r, 5 a, 21 E.Turner, 6 r, 8 a, 11 T.Young + 10r); Oklahoma-Chicago 102-72 (23 Westbrook, 10/17, 19 Durant, 6/19, T3 ¼, Tl 6/6, 17 Ibaka + 10 r, 3 st;13 Robinson, 2/14, tl 8/9, 13 Deng, 9 Belinelli, 3/5, T3 1/3, 23 minuti); Minnesota-Golden State 99-100 (23 Derr.Williams + 12 r, 9/15, tl 5/5, 21 Pekovic, 8 r, 16 Rubio + 11 a.3/10, T3 0/2, tl 10/12, 6 rec, 6 pe; 23 Jack, 5 r, 8 a, 22 D.Lee +13 r, 19 Landry, 9 r, 18 S.Curry, T3 1/5, 8 r, 5 a, 5 r, 6 pe); Miami-Cleveland 109-105 (28 L.James, 8 a, 24 Wade, 16 Chalmers, T3 4/5; 26 Waiters, 11/17, 19 C,Miles, T3 5/9, 17 Irving, 6/16); New Orleans-Sacramento 110-95 (20 A.Davis, 8 r, 17 R.Andersen, 9 r, 17 E.Gordon, 8 a, 12 Vasquez + 13 a; 18 Salmons, 16 Cousins + 10, tiro 5/13); Brooklyn-Memphis 72-76 (24 Deron Williams, 2 R.Evans + 14 r; 16 Z.Randolp + 16 r, 14 M.Gasol, 7 r); Phoenix-San Antonio 87-97 (21 Gortat + 12 r, 15 Scola, 10 G.Dragic + 11 a, tiro 3/14, 0 Beasley; 16 P.Mills, tl 5/5, tiro 5/11, 16 K.Leonard, 9 r, tl 5/6, 14 Splitter, 5/7, tl 4/5, 12 gInobili, 1/5 d 3, 12 Diuaw 5/5); Portland-Boston 92-86 (24 W.Matthews, T3 5/8, 18 Batum, 6 r, 11 JJ Hickson + 11 r, 12 Lillard, 5/16, T3 0/5, 6 r, 6 a; 23 Pierce, 4/5 tl, 7 r, 8 a, K.Garnett, 9/19, 9 r, 11 Bass, 11 J.Green 4/12