Riceviamo a pubblichiamo questa lettera con allegato di Francesco Grotti:
Ho letto con attenzione l’ articolo di Enrico Campana dal titolo “Arriva la Coppa Italia, banco di prova della macchina arbitrale”.
Al riguardo, trovo singolare quanto afferma, e cioè che la cosa che sta più a cuore al Presidente dei club sia pensare agli arbitri. Purtroppo per gli arbitri e per la Federazione debbo convenire che i fatti danno ragione doppiamente a questa tesi. E il Presidente dei club ha perso una buona occasione per smentirla qualora avesse condiviso la proposta del dott. Laguardia tesa ad ampliare il numero degli arbitri delle rispettive fasce di competenza.
Le motivazioni che sostenevano la proposta, a mio avviso nobili, andavano tutte nell’interesse dei club; in un più articolato sorteggio che avrebbe annullato e/o diminuito al massimo allo stesso arbitro il dover ripetere, a breve, la stessa squadra. E anche nella direzione di dare più serenità alla categoria arbitrale che avrebbe visto uno “sviluppo” – se pur minimo da 10 a 11 arbitri di punta – della composizione delle fasce.
Mentre invece abbiamo rivisto ( 2005/2012) da parte della LegaA l’esercizio di un gratuito, arbitrario diritto di veto interferendo così, ancora una volta, in un settore la cui competenza è esclusivamente della Federazione.
La forza dell’abitudine? Di questo passo – dal 2005 al 2012 – la Federazione si è trovata ad avere un settore arbitrale “vecchio”!
Domando e mi domando: I club sono a conoscenza della proposta del dott. Laguardia?
Domando e mi domando: E’ da considerarsi un libero arbitrìo l’esercizio del diritto di veto?
Per questi motivi vi trasmetto la copia della lettera in discorso affinchè tutti sappiano e tutti possano liberamente giudicare e, perchè no, apprezzare anche l’alto gesto democratico del Commissario degli arbitri.
Circa le “fasce” ho la mia convinzione che nasce da una analisi la cui origine porta la data del 2005. In quell’anno Colucci fu preferito a Martolini quale rappresentante designato dalla Lega nella Commissione Designazioni (ex art. 11 Arbitri e Designatori della Convenzione LegaBasket e FIP): con tanti se e tanti ma manifestati, a più riprese e pubblicamente, dagli addetti ai lavori. Successivamente, all’occorrenza nacquero le “fasce”, vuoi per le finali di Coppa Italia vuoi per i P.O. ecc. ma sempre con uno scopo ben preciso: sbandierare ai quattro venti gli arbitri pìù bravi – paracadute necessario per i designatori e per chi avrebbe interferito e/o interferiva sui designatori stessi -.Le “fasce” era il risultato del lavoro dei Commissari Speciali e Super-Commissati prima e degli Osservatori e Super-Osservatori poi. Non credo che di questo si voglia ancora parlare perchè, come ben sa, sono stati scritti fiumi di inchiostro con partenza da Reggio Calabria.
Personalmente non contesto il merito ma il metodo, ai miei tempi: Vitolo, Martolini, Cagnazzo, Filippone, Zambelli, Rotondo, Teofili, ecc. non erano inseriti in nessuna “fascia” ed il designatore (Coccia) non doveva giustificare a chicchessia la sua designazione.
Colgo nell’ articolo un passaggio che meriterebbe una più attenta analisi: mi riferisco agli arbitri Lamonica e Seghetti ed alle loro assenze da Siena. A caldo dico subito che i designatori non hanno fatto un buon lavoro. Va data però anche la parola ai designatori affinchè possano giustificare, con motivazioni valide e credibili, il loro operato.
Come anche una più attenta analisi meriterebbe il lavoro che stanno facendo Petrosino, Teofili, Facchini e Grossi. Allo stato mi sembra un buon lavoro! Alla fine del campionato avremo modo di vedere se la mission a loro affidata, quella del rinnovamento, sarà raggiunta e, se la Federazione sarà in grado di eliminare del tutto i lacci e i lacciuoli con la LegaA che alcune volte impediscono di raggiungere un buon risultato ovvero di inserire nel contesto arbitri giovani.
Ben vengano gli Stati Generali e/o le Conferenze di Organizzazione!
Per concludere non nascondo forte preoccupazione per i fiumi di denaro che sono partiti da Via Vitorchiano all’indirizzo delle Leghe ( A1 – A2 – LNP – Femminile) dal 2005 al 2012.
Sento dire che le Leghe non hanno mai rendicontato alla Federazione l’utilizzo analitico delle risorse ricevute. Sento anche dire che potrebbe essersi verificato un utilizzo improprio di tali risorse, ovvero che con tali risorse potrebbero essere stati retribuiti alcuni prestatori d’opera delle Leghe.
Sono certo che tutto si è svolto con rigore ma dalle “chiacchiere di corridoio” questo non traspare e allora perchè alimentarle? Quali le difficoltà a pubblicare, anche sui rispettivi siti, i nominativi dei club che ne hanno beneficiato e la quantificazione del beneficio ricevuto. In modo che tutti sappiano: club, federazione e tutti gli addetti ai lavori della filiera federale.
A dirla papale papale: vogliamo aspettare che ce lo dicano istituzioni esterne?
In questi ultimi tempi a chi mi chiede un parere su questa “caduta” del movimento sono solito rispondere che ciascun sistema vive la crisi del settimo anno (2005/2012) – dopo un periodo di vacche grasse ci si aspetti un lungo periodo di vacche magre – ma anche la “maledizione” di chi (LUI) si vide “scartato” dalla LegaA. E LUI, credetemi, all’epoca aveva ragione da vendere! Non a caso veniva chiamato da TUTTI, si ha capito bene TUTTI “il Principe”!
Vi domando e mi domando: chi fu all’epoca a preferire Colucci in “danno” di Martolini? E perche?
Vi domando e mi domando: perchè tra il designatore indicato dalla LegaA ed il designatore nominato dalla FIP Paronelli si registrava una differenza di circa 50.000,00 euro l’anno? (escluso il 2005 che è stata di 21.000,00).
Dobbiamo imputare questa diversità solo al periodo delle vacche grasse? Possibile che la Federazione non si è resa conto che questa diversità/sperequazione tra i due designatori avrebbe causato come ha causato una degenerazione del sistema?
Vi domando e mi domando: perche i club sono stati a guardare?
Concludo riferendo un episodio che la dice tutta sul momento che stiamo vivendo e serve a fare chiarezza, se mai ce ne fosse bisogno, delle questioni che ho sollevato sin dal lontano 2010 (31 ottobre incontro con il Presidente Federale pro tempore Meneghin nel suo ufficio).
Alcuni mi accusano di voler buttare ” il bambinello insieme l’acqua sporca “Se dico che nella bacinella il bambinello non l’ho trovato (altri se lo erano già preso) e l’acqua sporca da quanto è sporca non la butterei mai perchè serve per fare il sapone: ci credete?
Comm. Francesco Grotti
Questa invece la lettera che il 7 dicembre il Commissario e vicepresidente vicario Gaetano Laguardia ha inviato al presidente di Lega Valentino Renzi:
Caro Valentino,
da parte dell’Organo Tecnico di serie “A”, composto come sai da Grossi (designatore) Teofili e Facchini (valutatori) Corrias (istruttore), mi giungono pressanti e motivate richieste al fine di poter ampliare di una unità le prime due fasce di merito degli Arbitri portandole quindi a 11 elementi ciascuna .
Personalmente condivido la richiesta, considerato soprattutto che l’obbiettivo primario è quello di creare un gruppo di arbitri qualitativamente il più omogeneo possibile il che significherebbe dotare il prossimo campionato di serie “A” ,l’unico professionistico, di un insieme di direttori di gara che potrebbero essere considerati, se non completamente intercambiabili tra di loro, quantomeno tutti dotati di quelle capacità tecniche e psico-fisiche atte a non far rimarcare, con maggiore o minore evidenza, diversità di valore.
Motivazioni della richiesta
1) Eccessiva frequenza di impiego degli Internazionali che molto spesso li porta a rientrare il venerdì o il sabato per poi ripartire per raggiungere le destinazioni nazionali per le gare del nostro campionato. Questo stress da viaggio incide sulle loro performance in modo negativo ( riscontrabile dai feed-back dei valutatori) e impedisce loro quel recupero psico fisico necessario. Dovremmo dare agli arbitri la possibilità di avere una minore pressione mentale e fisica cosa che, fra l’altro, consentirebbe loro di assorbire con maggiore efficacia le puntualizzazioni tecniche e comportamentali che settimanalmente ricevono dall’Organo Tecnico sulla base delle rispettive prestazioni arbitrali.
2) Infortuni, indisponibilità fisiche o di altro genere, potrebbero obbligare il designatore ad utilizzare gli stessi arbitri con una frequenza non compatibile con il necessario turn-over, vanificando di conseguenza l’obbiettivo di cui sopra.
3) Da un primo feed back fatto dall’Organo Tecnico all’indomani della sesta giornata di campionato e anche per le gare successive, è stato riscontrato un positivo inserimento di alcuni giovani arbitri inseriti nella terza fascia (che ricordo essere stata compilata sulla base della graduatoria dello scorso campionato con l’inserimento degli esordienti) i quali, arbitrando un numero inferiore di partite,ogni volta che ricevono la designazione forniscono prestazioni (positive) che all’inizio del campionato non erano neppure immaginabili. E questo è da valutare con attenzione e soprattutto con soddisfazione.
4) Un moderato e più assiduo impiego degli elementi della terza fascia, in virtù dell’ auspicabile incremento di una sola unità nelle due prime fasce, e ovviamente considerando il merito di quelli giudicati più “potenziali” rispetto agli altri, consentirebbe a costoro di pervenire più rapidamente a quella uniformità valutativa che rimane l’obbiettivo principe sia del Settore arbitrale che delle Società.
5) Non ultimo, e sempre nell’ottica già evidenziata, il leggero cambiamento proposto inciderebbe favorevolmente sulla psicologia di coloro che ,per riconosciuti meriti del passato, ritengono di considerarsi “inamovibili” e quindi li spronerebbe a dare sempre il meglio di sé.
Con la certezza che valuterai con attenzione quanto sopra evidenziato e che saprai , con l’obbiettività che ti appartiene, rappresentare alle Società l’opportunità di questo “work in progress” che si tramuterebbe in evidenti benefici per la sempre maggior qualità tecnica degli arbitraggi, rimango in attesa delle tue considerazioni e ti invio i miei cordialissimi saluti.
Dott. Gaetano Laguardia ,Commissario Straordinario del CIA
Risponde Enrico Campana: Francesco Grotti è colui che più volte, in questi anni, ha cercato di riportare il basket sulla retta via e risolvere l’anomalia (eufemismo…) con esposti, studi, analisi, interventi “tribunizi”diretti, chiari, mai ad usum delphini. E’ rifiutando candidature, ammiccamenti e poltrone. Vedendo la Fip ostaggio di conventicole di basso lignaggio, l’ex arbitro del famoso spareggio di Livorno del canestro di Forti e poi inserito nella Fip in vari ruoli, fino alla corte federale, due anni fa disse “farò il commissario della Fip al posto di Meneghin”. Osservando adesso che pur in presenza di una nuova struttura, della revoca dell’autogestione , la madre di tutte le caste, la deriva arbitrale torna strisciando (caso Sahin), il “benemerito” del fischietto ora sposta il suo bersaglio sulla Lega e dice: “farò il commissario”. Si tratta di un’affermazione che va oltre la boutade, ma vuole far capire che se Sparta piange Atene non ride. Non s’è mai vista una Federazione che supplica il presidente di Lega di allargare di un’unità le fasce, che consegna in toto alla Lega la gestione e la reputazione dei suoi giudici, i pubblici ufficiali secondo il PM di Baskettopoli, e tutto un costrutto etico e normativo frutto di una storia di arbitri illustri, fondato sul rispetto dell’articolo 2. Ovvero il principio di lealtà e correttezza, una religione di cui sono stati fatti coriandoli. Basta leggere purtroppo Baskettopoli ,che grottescamente per alcuni è diventato un trampolino di lancio. Si tratta inoltre di un “comparto tecnico” dal costo di 4-5 milioni che crea carriere impensabili, e si tratta di denaro pubblico. Scusatemi la battuta, ma questo è proprio un mondo in “fasce” per nulla interessato a diventare adulto.