Il micro-turno del giovedì riserva la quinta sconfitta consecutiva ai Celtics. Non basta la tripla-doppia di Rondo, Pierce fa punti ma tira male, i giovani balbettano, gli uomini-mercato Jason Terry (1/6, 0/3 dall’arco) e Leandro Barbosa (0/3) non pervenuti. Melo Anthony prima della gara fa pace con Garnett (“non mi metterei mai contro un tipo come lui”) per il burrascoso dopo-gara della sfida newyorkese che gli era costata una squalifica e relativo multone e poi sul campo trascina i Knicks alla vittoria al Garden che mancava da 7 anni. Sempre assente Felton, il play titolare, la regia viene organizzata al meglio da Jason Kidd “manolesta” (3 recuperi) e il samaritano argentino Prigioni (2 triple e 4 assist) che ha raccontato che D’Antoni non l’aveva voluto. I Knicks sabato sono a Filadelfia, se vincono il calendario gli consente di staccare i Nets dai quali erano stati sconfitti lunedì nel Memorial Luther King e sono alle calcagna.
Nelle altre due gare il MVP è uno slavo, il montenegrino di Orlando Vucevic , a 22 anni un doppio doppista patentato e lo sloveno Goran Dragic, play mancino che ha ritrovato la carica e la sicurezza che gli aveva permesso l’anno passato di guadagnarsi il ruolo di starter coi Rockets che forse rimpiangono di non averci creduto, visto il rendimento di Lin. Ingrato compito, quello di sostituire Steve Nash, che sembra caricarlo invece di spaventarlo. “Drago” è stato perfetto contro i Clippers che pagano l’assenza di Paul. Il total-play dei Suns è stato il miglior realizzatore, è andato 14 volte in lunetta e ha segnato da 3, ha organizzato bene il gioco (8 assist), certamente il match winner, ha dato una mano al nuovo allenatore, un quarantenne, al suo primo lavoro nella NBA..
Phoenix archivia il nuovo corso con la seconda vittoria decisa a non essere la maglia nera della Western Conference, il recupero ci sta con una formazione dove quasi in tutte le partite i tre migliori non sono nati negli Stati Uniti. Toronto formula “non Bargnani” funziona, soprattutto Josè Calderon, se ne giovano i lunghi (doppia-doppia importante di Amir Johnson) fa funzionare bene la squadra, carica la difesa e relega Lowry alla panchina.
L’interesse della giornata è per la scelta delle 7 riserve dell’Est e dell’Ovest per l’All Star Game di Houston (17 febbraio). Fra i 14 l’Europa è rappresentata da 2 francesi, Tony Parker e il debuttante Ioaquin Noah, col tiro più brutto e antico della NBA ma con un cuore da leone del Camerun ereditato dal padre, grande tennista, originario di quel paese. Noah (Bulls) che figura fra i 10 signori del rimbalzo è uno del 5 debuttanti , con Tyson Chandler (Knicks), Paul George (Indiana), Kyrie Irving (Cavs) e Jrue Holiday (Sixers). Le altre due riserve sono l’anglosudanese Luol Deng (Bulls) e Chris Bosh (Heat) Il quintetto dell’Est è composto da Rajon Rondo (Celtics), Dwayne Wade (Heat), Carmelo Anthony (Knicks), LeBron James (Heat) e Kevin Garnett (Celtics).
Vale a dire che Miami ha 3 giocatori, i Knicks, i Celtics, e i Bulls 2 giocatori e 1 Cavs, Sixers e Indiana. Sarà la partita della restaurazione, chiamiamole facce famigliari, come quella di Tim Duncan, uno dei mammouths uscito dalla glaciazione che aveva pregato di non essere votato ed è stato punito dalla giuria. Sono rimasti fuori Carlos Boozer, il tanto decantato JR Smith che da un paio di settimane non fa più canestro, Deron Williams e Brook Lopez ci speravano, Hibbert non ha ripetuto la scorsa stagione, idem Pierce che aveva dalla sua il pedigree.
I titolari dell’Ovest sono Kobe Bryant e Dwight Howard (Lakers), Kevin Durant (Thunder), Chris Paul e Blake Griffin dei Clippers. Le 7 riserve sono Tony Parker e Tim Ducan (Spurs) David Lee (Warriors), LaMarcus Aldridge (Portland), Zach Randolph (Grizzlies, Russell Westbrook (Thunder) e James Harden (Rockets). Fra i candidati ci stavano anche Stephen Curry, 20,9 punti, 8° fra i top-scorer e cervello dei sorpredenti Warriors, JJ Hickson (Portland), non più Marc Gasol, Rudy Gay, Al Jefferson, Milsap, Greg Monroe, la supermatricola Lillard, e Gallinari collante di Denver o Faried la novità.
Il più giovane sarà Jrue Holiday (22 anni) , 19 punti e 9 assist di media, l’unico ad aver tenuto il rendimento della stagione scorsa che segnò il rilancio dei Sixer che aspettando Brynum hanno perso se stessi.
Rookie of the Year 2012 e ne.1 del draft, Kyle Irving arriva al Top con una squadra perdente. “E’ uno dei giorni più belli della mia vita”, confessa. Di lui Pierce spreca gli elogi: “oggi è il miglior giocatore nel suo ruolo”, giocatore da 20 punti e 5 assist.I Cavs dai tempi di LeBron non avevano più un All Star, ecco perché adesso si cerca di costruirgli attorno una squadra.
Fatte dunque le squadre (nel caso di un infortunio sarà Stern in persona a scegliere il sostituto) il 3 febbraio, a metà della regular season, vengono decisi i due allenatori per merito di classifica, per l’est è Erik Spoelstra, il vincitore di origini filippine che sotto l’pala protettrice di Paul Riley ha vinto il titolo. Per l’Ovest, Scott Brooks (Thunder) per regolamento non può ripresentarsi, quindi se la giocano Gregg Popovic (Spurs) e Vinnie Del Negro (Clippers)
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Risultati turno giovedì 24 febbraio: Phoenix-LA Clippers 93-88 (24 G.Dragic,11/14 tl, 8 as, 15 Gortat, 8 r, 14 Scola, 9 r; 21 Jam.Crawford, 8/13, 15 Bledsoe, 6 f, 4 Odom + 11 r); Orlando-Toronto 95-97 (19 Vucevic + 14 r, 14 Jam.Nelson + 11 a; 22 DeRozan, 10/17, 21 Amir Johnson + 10 r, 13 Al.Anderson, 0/4 da 3, 5/5 tl); Boston-New York 86-89 (23 Rondo + 10 r, 10 as, 22 Pierce 1/5 da 3, 8 K.Garnett + 12 r; 28 C.Anthony 11/28, 1/6 da 3, 9 r, 15 Stoudemire, 12 J.Kidd, 3 rec)