Parliamo della prossima partita delle stelle.Con 1.591.437 voti Kobe Bryant ha battuto con meno di 7000 voti LeBron James (1.583.648) nella votazione per il 62° All Star Game che si giocherà il 17 febbraio al Toyota Center di Houston con le riprese di TNT che raggiungeranno oltre 200 paesi di 40 lingue.
Sarà la 15esima presenza consecutiva e Kobe eguaglierà Jerry West, Karl Malone e Shaquiller O’Neal. Sono 15 partecipazioni anche per Garnett, il record assoluto è di Jabbar con 19.
I quintetti saranno per l’Est LeBron James (Heat), Carmelo Anthony (Knicks), Kevin Garnett (Boston), Dwayne Wade (Heat) e Rajon Rondo (Boston) il quale festeggia per la prima volta come starter.
Nella votazione, da quest’anno su scala mondiale grazie ai social media, hanno superato il milione di voti nell’ordine Kobe Bryant (1.591.437), LeBron James (1.583.644), Kevin Durant (1.504.047), Melo Anhtony (1.460.950) , Dwayne Wade (1.052.310).
E’ aumentata la popolarità di Rajon Rondo, il re delle triple (924.180), Chris Paul si è avvicinato al milione (929.155), successo personale di Jeremy Lin (883.809) che ha raccolto voti in Asia dove è nata la famiglia taiwanese, non piace ancora Russel Westbrook (370 mila), leggermente meglio il barbudo dagli occhi luciferini James Harden (437 mila) che però ha ottenuto la metà dei voti del compagno Lin.
Sottovalutati anche LaMarcus Aldridge e altri giocatori importati come David Lee, Hibbert (Indiana) non ha ripetuto la scorsa stagione che l’aveva visto arrivare ai primi poti fra i centri. C’è freddezza per i giovani emergenti, come Stephen Curry, e le matricole che peraltro hanno il loro All Star Game. I giovani non votano i giovani, o si vota più col cuore che per la tecnica?
Per quanto riguarda gli italiani, l’infortunio del 13 dicembre ha tagliato fuori Bargnani che peraltro aveva cominciato la stagione fra alti e bassi e ha perso 16 gare e criticando la qualità della sua squadra, che poi ha cominciato a vincere, Gallinari è stato bocciato da Sport Illustrated e comunque considerato il rendimento (top scorer con 16,5 di media, una serie di partite con oltre 20 punti, i 39 di Dallas, e uomo-chiave, a parte Andre Miller, di una squadra guastafeste come Denver, molto più incisivo del ridimensionato Iguodala) credo che entrerà, magari spareggiando con Ty Lawson, come una delle 7 riserve di ciascuna squadra che i 30 allenatori sceglieranno entro il 24 gennaio.
A proposito, i due allenatori dell’Est e dell’Ovest saranno i primi in classifica al 3 febbraio, l’anno scorso furono Thibodeau (Bulls) e Scott Brooks (Thunder), da quest’anno chi ha già occupato la panchina anche se è primo non può tornare, forse è giusto forse che no, i bravi allenatori anche oltre l’Atlantico sono sempre meno, ormai le squadre le fanno i bigs, lo stesso Magic o Jordan hanno avuto il potere di Melo Anthony che è il vero padrone della squadra e del club e vuole occupare da solo la scena, come ha fatto ieri notte nella prima partita ufficiale della stagione dove si sapeva in partenza il nome del trionfatore e della vittima designata.
L’atmosfera è stata più da Covent Garden e non da stadio, con qualche calciatore famoso (Thierri Henry) e lo special fan del Lakers Spike Lee che ha fatto due filmoni come quello di Malcom X e la strage di Sant’Anna, pagina nera della storia d’Italia, uno che gira in auto con la maglia dei Knicks e con una berretta tibetana ma ripulito era in prima fila a Londra in giacca e cravatta e cappello a tesa larga coi colori della sua squadra, orrendo spettacolo di kitsch. La partita , un successo commerciale, è cominciata quasi in silenzio, per fortuna oltre alla mascotte e allo spettacolo Stern ha avuto la bella pensata di portare 200 tifosi da Detroit.
I ragazzini di quella che fu la squadra dei Bad Boys di Bill Laimbeer, scoperto dal campionato italiano e anche lui ieri notte a Londra, sono grandi e grossi come Monroe e Drummond, non hanno paura di niente, vedi la botta che Daye ha rifilato a Tyson Chandler finito pesantemente a terra, ma gli tremavano le gambe a pensare la responsabilità di essere al centro dell’attenzione mondiale.
Peccato che in America fossero le 3 del pomeriggio sulla costa Est, un’ora in cui la gente lavora e David Stern ha ammesso l’errore dicendo che i prossimi special del genere avranno un orario favorevole per gli americani. Non è stata una bella pensata tornare a Londra con i vecchioni di New York, la presunzione di Melo Anthony, sacrificare Denver, se vuoi sfondare in Europa devi portare i Lakers..Comunque la NBA è un’industria di successo, ha investito un paio di miliardi e fra incassi e diritti Tv ha chiuso i conti in attivo offrendo una partita di una noia mortale.
Tornando a Gallineri e alla sua speranza di vestire la maglia dell’Ovest all’All Stsr Game non riuscisse a entrare fra i 12 al secondo step, potrà confidare una wild card da parte del Commissioner Stern nel caso di assenza di qualche giocatore. Come è stato l’anno scorso per Jeremy Lin, convocato a furor di popolo e per ragioni di marketing.
A proposito del neo-presidente Petrucci, sempre attento a queste cose, diamo per scontato che abbia fatto la sua telefonata al grande capo della NBA per pretendere Gallinari in ncampo a Houston o ha incaricato il suo cancelliere Laguardia il quale a sua volta ha passato l’ordine a Meneghin, che rimane in Fip come ambasciatore per l’estero, per perorare la causa azzurra?
Infine Marco Belinelli. Il terzo tenore azzurro è uno che non si vede ma c’è…Purtroppo non gode una base elettorale forte, e la sua Bologna e la Fortitudo non hanno più la passione di un tempo per mobilitarsi a fargli arrivare centinaia di migliaia di voti, magari con un porta a porta o una sottoscrizione davanti all’Ipercop o all’Ikea di Casalecchio. La guardia di San Giovanni in Persiceto ha poi il problema di non avere una claque americana, ha cambiato più squadre, è poco personaggio, specie con quella barba che l’invecchia di 10 anni è lontano dal concetto di Italian Stallioin, e naturalmente c’è nel suo ruolo una concorrenza pazzesca. Diciamo che ha davanti 50-80 giocatori.
Nonostante la stagione deludente e i problemi fisici, Mister Europa è Paul Gasol con 310.845 voti (5° fra i lunghiall’Ovest), onore alla classe, ai titoli e anche all’impegno di solidarietà che lo contraddistingue anche nella stessa Los Angeles che l’anno passato l’ha premiato come cittadino ideale. Al 2° posto, a sorpresa, il turco Omer Asik (240.467, 6° all’Ovest dietro Pau) che ha guadagnato in popolarità e ricchezza da panchinaro e vice-Noah a Chicago a titolare e 4° rimbalzista assoluto della stagione.
Al 3° posto il franco-americano Joaquin Noah (230.796, 7° fra i lunghi dell’Est), quindi solo al 4° posto con 176.168 voti Tony Parker (conta il divorzio finito con le lacrime della sfortunata moglie-attrice ?) in Europa il più votato del 2012, seguono Marc Gasol (153.459 in flessione rispetto all’anno passato) e grazie alla popolarità guadagnata la scorsa stagione fra i giornalisti e i colleghi Ricky Rubio (150.227), il Peter Pan spagnolo rientrato dopo 9 mesi di stop capace a volte di finire una gara con più assist che punti ma anche con più palle perse che assist.
I suoi voti li meritava il collega spagnolo Josè Calderon, ormai ribattezzato solo Josè, l’unico europeo capace di inserirsi fra i primi 10 degli assist nonostante gli errori di mercato dei Raptors (Kyle Lowry, molti punti speso inutili…) e unico europeo nella galleria della tripla-doppia e il vero rivale di Rondo in questa classifica per giocatori speciali. Su di lui ha sempre visto giusto, bisogna dargliene atto, Sergio Scariolo.
Mi piace la sua carica nervosa, gli occhi spiritati, il timing per il passaggio giusto al momento giusto, specie al lungo, la capacità di portare il contropiede , marchio di fabbrica delle “furie rosse”. Alle Olimpiadi ha giocato alla grande nelle due gare più importante ma – questo è il suo destino – passa sempre inosservato. E’ il Dick Stockton europeo, ma non chiedetemi un giudizio per il suo comportamento: insopportabile, bisbetico, una sanguisuga con gli arbitri. Inoltre vorrei scrivere a David Stern, che sono andato più volte a intervistare a New York, di vedersi i suoi filmati, perché se è giusto punire col fallo i “cascadores”, crociata che non ha dato che sterili effetti, perché i tiri disperati, in ricaduta da chi ha il fisico, valgono sempre i tiri liberi, è anche giusto che l’attaccante forte nel palleggio si faccia largo con l’altra mano spostando i rivali ad uno ad uno, come dimostrano i filmati del “corazon” ispanico che a volte, se lo guardate bene, ha il volto disperato di quei personaggi delle battaglie dipinte da Goya.
L’Europa chiude col il tedesco Nowitzki (145.776) che riesce a stare in classifica nonostante una lunga assenza che ha invece fatto dimenticare Derrick Rose e Andrew Bynum. Ma Dirk, un clamoroso errore di Milano quando fu bocciato tanti anni fa a un provino. L’Armani però ha imparato la lezione, oggi sta facendo ancora peggio, magari vincerà il campionato perché nel basket non c’è…giustizia…) e nelle ultime ore richiamando Leon Radosevic dopo averlo bolcciato mesi prima, ha avuto l’ardire di sostenere di aver fatto il mercato invernale senza spendere un euro in più, bella faccia tosta…perché a supporto non vengono date anche le cifre? Questo significa, nel mio mondo, fare comunicazione sociale di alto livello. Ma ci sarà modo e tempo per parlarne.