Nba Gallinari superstar, è lui l’italiano dell’anno

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Con 28 punti dell’azzurro, Denver batte gli Spurs di Parker-Duncan-Ginobili e sale al 2° posto della sua Divisione.Per Pallarancione.com è lui il n.1 azzurro. Vince ancora Belinelli, senza Bargnani Toronto vince la terza gara consecutiva.

Superstar night, lo definisce l’intervistatore Tv, passandogli il microfono  che tocca  sempre di diritto al MVP della serata. E’ un’altra  serata  importante per il Gallo da combattimento che fa pendere la bilancia  per Denver. Formazione che dimostra di poter battere chiunque e dovunque, vedi i successi in trasferta con le  rivelazioni della stagione, Memphis e Golden State, e contro gli Spurs  ai quali non basta un Duncan senza età  (31 punti, 18 rimbalzi) per  vincere in Colorado  con  Danilo Gallinari in veste di trascinatore, autore delle due bombe consecutive che tagliano le gambe alla rimonta di  una delle quattro  bigs della Lega.

E’ un Gallo che leva le mani per scaldare il pubblico, che accetta la sfida e pur non avendo una grande serata di tiro (9/21, 3/10 da 3, 7/8 liberi, 9 rimbalzi, 2 assist, 2 recuperi una sola palla persa in 34 minuti) , si prende la responsabilità dei canestri determinanti, e chiude col massimo stagionale,  28 punti.

E’ lui insomma e non Iguodala , la star dei Sixers, il giocatore-franchigia, anche se il vincitore dell’oro olimpico di Londra offre un contributo importante a questa vittoria prestigiosa che permette alla squadra di Karl di aspirare al 2° posto della  sua Division dietro l’irraggiungibile Oklahoma e di andare ai playoff con altre prospettive di crescita.

E’ l’ottava volta  che il Gallo tocca questa stagione  almeno i 20 punti, e lo spettacolo stavolta tocca il massimo con una schiacciata alla Blake Griffin su passaggio  alley-hoop di Andre Miller  e il primato stagionale, una soddisfazione ancor maggiore perché le migliori partite il lombardo  le ha fatte lontano dal Pepsi Center, vedi  26 punti  a Memphis,  24 a Minnesota, 23 a Orlando, 21  a Golden State e 21 New York,e poi ancora 20  Golden State. Quando  Danilo segna almeno 20 punti, i vincono quasi sempre, per la precisione 5 volte su 8.

Calano le quotazioni di Bargnani, in odore di trasferimento, se si troverà un acquirente perchè tutti ormai, dopo 7 stagioni, ne conoscono pregi e difetti, mentre il Gallo è stato selezionato per la votazione fra i migliori 10 europei dell’anno,  e dopo questo inizio importante di stagione e come top scorer della sua squadra (16 punti, contro i 14,1 in carriera) fa anche un pensierino all’All Star Game del 17 febbraio a Houston.

Intanto  viene proclamato dalla Giuria di Pallarancione.com come l’italiano dell’anno (nei prossimi giorni l’analisi del voto della giuria), per non scordare infatti che l’8-0 del rilancio azzurro, in una nazionale orfana di Bargnani e Belinelli, è frutto della sua personalità e della volontà di andare in campo nonostante un brutto infortunio alla spalla alla vigilia del torneo.

Col Gallo da combattimento, la crescita continua anche di Faried, forse il n.4 più incisivo della stagione, a parte Lebron che sta portando la croce di una stagione non facile per i campioni,e di Koufos  il greco-americano che ha tiratoi già 14 rimbalzi e d è il titolare in attesa che maturi McGee (10 tiri liberi in 111 minuti, ben 8 in soli 3”!)  i Nuggets vanno venerdì a Portland per farsi il regalo di Natale della vittoria n.13, per andare sopra il 50% di vittorie, anche se trovano una squadra che ha tirato fuori le unghie, che viene da 3 vittorie, e presenta Damian Lillard, il nuovo gioiellino della NBA, solo 188 centimetri ma numeri e rendimento pari a quelli dei grandi del basket nelle loro prime 15-20 gare nella NBA.

San Antonio non ha avuto il solito Parker,Danny Green ha padellato da 3,  il recuoerio nelk quarto tempo, sotto di 15 punti, è avvenuto con le micidiali bombe di Patty Mills, l’aborigeno australiano. Gli uomini di Gregg Popovich  hanno segnato in 12, ma il problema è stato il taglia fuori, Duncan è stato lasciato troppo solo, Denver ha dominato, 58 rimbalzi contro 45 e poi i 42 liberi, di cui 29 segnati,  davvero una cattiva difesa, senza togliere merito ai vincitori.

“We moving on”, stiamo andando avanti sospira D’Antoni schiavando le domande insidiose sui giornalisti. Mike  che recupera Pau Gasol assente per 6 gare (tendinite al ginocchio)  vince la sua  settimana gara (contro 9 sconfitte) in maniera rocambolesca e dopo essere stato sotto di 14 punti (57-71) nel 3° tempo. Vince aiutato dalla sua fortuna, spesso sua grande alleata, con ben  4 tiri contro ultimi 21 secondi, di cui il secondo di Henderson balla sul ferro e poi esce.  Gioca da solo Koby, per la settima gara consecutiva sopra i 30 punti, qualche volta va sopra le righe ma i suoi canestri alla fine sono quelli decisivi, e offre anche un buon contributo su tutto il campo, rimbalzi e assist.

Il  ritorno di Pau  non guarisce  i Lakers che si tengono  a galla soffrendo, sostenuti dal pubblico, sperando di avere buone nuove sul recupero di Steve Nash, atteso come il messia, perché quello del play è un problema che si accresce di gara in gara. Mike ritenta col giovane  Morris che addirittura nel finale azzarda un’entrata folle,  viene stoppato, ma fortuna dei Lakers  il tiro di Mullens, ottimo giocatore, non funziona. Morris, per capirci, difficilmente potrebbe giocarte nel campionato italiano.  Howard  prende un sacco di rimbalzi, questo è il suo mestiere, ma non è un riferimento sicuro in attacco. Indiscutibilmente il suo  fisico è da  Superman, il suo soprannome, ma non possiede la tecnica del grande centro, niente finte, tiro in avvicinamento, mezzo uncino, e il  tempo di salto non è eccezionale,  i riflessi lenti. Si è capito, ormai, che il suo impatto è stato sopravvalutato, del resto Orlando non è mai entrata gli anni passati fra le bigs.

I Raptors venerdì ospitano Detroit per vincere la quarta partita consecutiva dopo un trittico vincente che ha registrato a Cleveland 113 punti, miglior punteggio della giornata di martedì, I  segnali di risveglio sono stati confermati in Ohio con Calderon top-scorer (26 punti, high stagionale con 10/15 con 3 triple su 6) e il bis di Alan Anderson, ala piccola giudicato in Europa un po’ indolente, reduce da un infortunio e  decisivo anche alla Quicken Loan Arena con 18 punti, 5 bombe su 7.

I Cavaliers sono  una delle squadre  di bassa classifica, ma col miglior rimbalzista della NBA, il brasiliano Varejao, un centro lungo e veloce che assicura punti, rimbalzi e tiri liberi, e un play come Irving che sta scalando in fretta, poco più  che ventenne, gli scalini del successo. Con l’infortunio alla mano di Irving e della matricola Waiters ha scoperto un giocatore importante, Jeremy Pargo, anche lui un ex europeo di successo col Maccabi, ma un infortunio l’ha tolto di mezzo  e i Cavs hanno avuto problemi nelle rotazioni,  anche per  i 3 falli in pochi minuti di Walton,  la storta alla caviglia di “Bobie” Gibson, il rientro di Omar Casspi, l’israeliano della NBA. E senza dimenticare che Irving (frattura dell’osso maxillo facciale) Trystan Thomas  e Tyler Zeller giocano con la maschera, e quindi vivono un momento difficile.

I Raptors hanno invece assorbito bene, oltre a quella di Field da lunga data,  le assenze di Bargnani e Lowry , 32-33 punti per gara, fino a pensare a un paradossale vantaggio che certamente si nota nella difesa e nella carica agonistica. Assorbito bene anche  l’acquisto deludente di Pietrus che per 25 minuti non ha segnato un punto nemmeno a Cleveland.  La panchina è stata nuovamente una polizza vincente, 59 punti, in doppia cifra oltre Anderson,  Amir Johson, Kleiza e Lucas Jr, Valanciunas ha portato 7 rimbalzi, così così Ed Davis, senza guizzo Terence Ross, buon lavoro complessivo di DeMar DeRozan,che resta sempre  il miglior  cecchino, ma la vera trasformazione riguarda Josè Calderon che sta giocando a livello, anche come punti, dei grandi play americani e poteva davvero essere il giocatore ideale dei Lakers quando in estate sembrava che i Raptors fossero sul punto di cederlo

Chicago  ha battuto Boston nella classica sfida sopperendo  con 18 punti di Nate Robinson, mandato in campo come 9° giocatore, alla mediocre regia di Hinrick, la palla al piede dei Bulls, tanto da non segnare nemmeno un canestro. Belinelli conferma di essere  una delle pedina base dela serie positiva che ha portato i Bulls al comando della Central Divisione, ha raggiuntola doppia cifra con 3/8, 0/1 da 3, 4/4 tl, 1 rimbalzo, 1 assist, 1 recupero e i 34 minuti di gioco, senza un grande scout, sono la conferma di quanto la squadra, trascinata da Carlos Boozer, abbia bisogno della guardia azzurra coi suoi progressi in difesa e nella lettura della gara.

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Risultati martedì 18 dicembre: Washington-Atlanta 95-100 (27 J.Crawford + 11 r, 11 a; 24 Lou Williams, 17 J.Smith + 13 e); Miami-Minnesota 103-92 (22 L.James + 11 as, 6 r, 24 Wade; 22 Kirilenko, 18 Pekovic + 12 r, 11 Love + 18 ri); Chicago-Boston 100-89 (21 Boozer + 12 r, 21 Deng, 18 N.Robinson, 11 Noah + 10 r; 10 Belinelli; 26 Rondo + 8 a); Dallas-Filadelfia 107-100 (26 Mayo, 20 Kaman; 25 D.Wright, 7/10 da 3); Cleveland-Toronto 99-113(23 Irving, 22 Varejao, 12/16 tl + 10 r; 23 Calderon, 18 Anderson, 5/7 da 3, 17 A.Johnson); Brooklyn-Utah 90-92 (21 J.Johnson, 8 Humpries + 11 ri; 19 M.Williams, 16 A.Jefferson + 11); Milwaukee-Indiana 98-93 (34 B.Jennings, 19 M:Ellis, 10 Mbah A Moute + 10 r: 18 G.Hill, 16 P.George + 10 r) Denver-San Antonio 112-106 (28 Gallinari, 19 Faried+ 11r, 4 Koufos + 14; 31 Duncan + 11, 16 Ginobili, 15Mills 5/8 da 3); LA Lakers-Charlotte  101-100 (30 K.Bryant, 16 Ho0ward + 18 r, 10 P.Gasol + 9 r; 28 K.Walker 20 Sessions, 19 G.Henderson)  GoldenState-New Orleans 103-96 (26 D.Lee, 19 K.Thompson, 13 S.Curry, 14 Jack + 10 s; 28 R.Anderson, 20 Vasquez + 11 a, 15 A.Davis + 15 r)

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