I Lakers di D’Antoni rilanciano anche i Cavaliers della pulce Irving (28 punti e 11 rimbalzi), e oggi sono solo la 21ma squadra della NBA.
La squadra che avrebbe dovuto far tremare il mondo, costruita attraverso un mercato durato quasi due anni, un tempo maggiore di certe spinose trattative diplomatiche degne di maggior causa della palla a spicchi, ha riservato a Mike D’Antoni la settima sconfitta su 11 gare. Mike non ha trattenuto una boccaccia di disgusto, durante l’amara gara, nel vedere i suoi Lakers bombardati dall’alto dai Cavaliers, con Varejao che riceva la palla, finta e sul secondo passo d’entrata schiaccia sul capo di Howard e Artest e orchestrata dalla pulce atomica Kyrie Irving che ha scritto 28 +11 assist al rientro dopo la frattura di un dito, costata un’assenza di 11 giornate.
“Giochiamo una pallacanestro approssimativa in attacco e difesa, siamo lenti, può darsi che questa squadra sia lenta o che non voglia essere veloce, il mio compito è scoprirlo e lavorarci sopra, anche se forse la verità è che i Lakers non hanno più la voglia di vincere di una volta”. Questa la diagnosi di Mike che conferma Artest nel quintetto assolvendolo dalla scappatella a Las Vegas sabato notte, non fa un affare con Jordan Hill (1/6) al posto di Jamison in attesa del rientro di Pau Gasol (tendinite al ginocchio) e viene tradito dal suo quarto regista Duhon mentre si allungano i tempi di recuperol di Steve Nash, ormai la coperta di Linus e ultimo alibi che rimane a questa squadra che non ha saputo vincere nemmeno a Cleveland, reduce da 7 sconfitte, 4 vittorie in tutto con 42 punti (e 28 tiri) di Koby Bryant e 20 rimbalzi e 22 liberi di Dwight Howard. I Lakers, perla cronaca, hanno col 40% di vittorie è oggi solo la 21° formazione del ranking, un valore giusto la metà di Spours, Oklahoma e Miami, dello stesso valore di Orlando post-Howard.
New York ha pareggiato il conto con Brooklyn che aveva vinto gara1 nella Barclays Arena con i 45 punti di un “puntiglioso” Melo Anthony, ex figlio illustre del popolare quartiere periferico, e il sempre più sorprendente Jason Kidd che ha segnato 18 punti e 6 triple più 6 rimbalzi e 6 assist. Non è stata facile la vittoria n.15, Anthony è tornato ricaricato dalla ferita al dito della mano sinistra, ha segnato 47 punti nelle ultime due gare vinte e come nella gara di domenica notte al Madison contro Gallinari ha messo la firma nel finale, perché è lì che i Nets hanno perso la quinta gara consecutiva (e al 2° posto si piazza Filadelfia, 12/9, brava a superare il problema di non aver potuto contare su Andrew Bynum, ormai vicino al debutto) con una doppia spettacolare di Deron Williams e la conferma di Blatche e i 18 rimbalzi del sorprendente Reggie Evans hanno ceduto, parziale di 26/18 e sorpasso sul filo della squadra di Mike Brown che da quando ha preso il posto di D’Antoni ha perso 1 sola volta nel tempio del basket della Grande Mela.
Denver (11/11) torna al 50% (e rafforza il 3° posto della Northwest Division dietro Oklahoma e Utah) smorzando la delusione della bella partita persa nel finale al Madison col successo nel Palace semivuoto di Auburn Hills nonostante 14 rimbalzi in meno (37/51) contro due armadi come Maxiell (6 stoppate) e Monroe. Gara perfetta di Ty Lawson (26 punti, nessuna palla persa, 7 assist e 6 rimbalzi) che s’infila ripetutamente nell’area dei Pistons, non trova la sua dimensione la star Iguodala, ex Filadelfia, idem per McGee, uno dei migliori schiacciatori della NBA, mentre Koufos lotta con i suoi limiti e non si sa come riesca a tenere il campo come starter nel ruolo di centro. In una serata con minori motivazioni della precedente. Il Gallo non è brillante nel tiro (3/13, 1/4 da fuori area, 2 rimbalzi e 2 assist) ma quando con le metamorfosi di Stuckey (17 punti nel 2° tempo) i Piston si fanno pericolosi si capisce la sua utilità e piazza l’unica tripla della serata che gela le speranze degli avversari, oltre a fare un ottimo lavoro in difesa e giustificare i 29 minuti di scarsa mira.
Segna il doppio del Gallo Marco Belinelli (18 punti), anche lui pecca nel tiro (6/22, 4/10) ma coach Thiboudeau gli concede ben 41’ minuti e 25” e piena libertà di colpire da fuori essendo Noah in difficoltà nella morsa di Blake Griffin e Jordan e i Clippers dimostrino anche di essere una squadra capace di vincere le difese, come dichiara orgogliosamente Chris Paul dopo aver segnato in “zona Paul” il canestro decisivo . I Bulls passano raddoppiano le 4 triple (4 4 di media a 10) grazie alle 4 di Belinelli, le ultime delle quali, sempre sulla mattonella preferita, a sinistra dell’arco in uscita dal blocco sono pietre miliari della generosa gara dei Bulls che grazie all’innesto nel 5° della guardia bolognese ha vinto le ultime 3 gare portandosi superando Milwaukee al 1° posto della Central Division. La prima tripla del “Beli”, che ha portato in dote alla squadra anche 7 rimbalzi e ha sveltito il passaggio, è infatti quella della scossa, dopo il letargico finale del 2° quarto, e la seconda è quella che sull’84-89 permette ai Bulls, che pagano l’inferiorità fisica di Noah cui son o concessi pochissimi tiri e avventurosi, di arrivare a 2 punti a 48” dalla fine, senza poter capitalizzare anche la buona gara di Taj Gibson e del tascabile Nate Robinson che divide la regia col “postino” Hinrich, in campo con un gomito dolorante. Due settimane sconsolato panchinaro, Belinelli continua a viaggiare in doppia cifra e potrà raccontare, fra qualche anno, ai nipotini che la notte dell’11 dicembre 2012 fu colui che fra tutti i giocatori si distinse per il maggior numero di tiri.
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Risultati martedì 11 dicembre: New Orleans-Washington 70-77 (17 R.Anderson + 11 ri; 26 Jord.Crawford, 10 Nenè + 10 ri); New York-Brooklyn 100-97 (45 Anthony, 18 Kidd, 6/8 da 3; 23 Blatche, 18 D.Williams + 10 as, 5 R.Evans + 18 r); Cleveland-LA Lakers 100-94 (28 Irving + 11 as, 28 C.Miles, 20 Varjeao + 9 r; 42 K.Bryant, 19 Howard + 20 r, 13/22 tl);Detroit-Denver 94-101 (20 B.Knight, 18 Maxiell + 6 st; 26 Lawson, 15 C.Brewer, 9 Gallinari); Chicago-LA Clippers 89-94 (24 Boozer + 13 ri, 18 Belinelli, 10 Noah + 11 ri; 22 B.Griffin + 10, 18 Paul, 7 D.Jordan + 10 r)