A Dallas, contro i deludentissimi Mavericks, è show time con il 36enne Antwan Jamison e World Peace principali protagonisti, 3° ko per i Clippers, brividi per Miami e Oklahoma.
Miami si salva ancora una volta e vince la quarta partita consecutiva rimontando 7 punti (101-108) alla American Airlines Arena contro i sorprendenti Cavs che privi di Irving, il loro gioiellino, per una frattura a un dito (un mese di stop), regalano emozioni e spettacolo col lancio di Jeremy Pargo, alla sua seconda stagione NBA, dopo essere stato la star del Maccabi e riattivato un altro ex giocatore del Maccabi, l’israeliano Omar Casspi che ha dato forza (con 3 triple su 3) all’offensiva caratterizzata da un continuo bombardamento (14/31) dall’arco.
Sotto di 7 a 1’54” dalla fine, LeBron segna subito un canestro, poi entra in azione il solito Ray Allen (15 dei suoi 17 punti nel 2° tempo), azzeccatissimo acquisto di 36 anni, e la gara si riapre. I Cavs, che fanno leva sui rimbalzi del brasiliano Varejao (ben 15, più di 14 nelle ultime 4 gare, insidia il 1° posto a Zach Randolph), non riescono a vincere, accusano un parziale di 0-9 e per due volte Pargo tenta il tiro, ma è stoppato su un arresto e sospensione da Dwayne Wade per il pareggio al quale segue a 6 decimi dalla fine il tiro da 3 della disperazione che non è nemmeno un tiro, ma un tentativo di lancio.
La striscia più lunga è degli Hawks , franchigia che fa leva su due ex conoscenze del campionato italiano (il gm Danny Ferry, ex Messaggero e il coach Larry Drew, ex Scavolini) che, senza clamore, vincono la quinta partita consecutiva. L’illustre vittima sono i Clippers di Vinnie Del Negro (ex Benetton) che perdono la terza partita consecutiva in trasferta e sciupano il grande vantaggio sui Lakers che vincono la prima partita in trasferta della stagione (e D’Antoni è 2/2) e con 7/7 si portano alle spalle dei cugini nella Pacific Division.
Fattore decisivo della gara di Atlanta è il ritorno nel quintetto di Zacha Paculia, il più famoso sportivo georgiano (la Georgia europea, non lo stato americano della Coca Cola e di cui gli Hawks sono la bandiera), top scorer e autore di una doppia, ben spalleggiato da Teague (19 punti e 12 assist) che a sua volta vince il duello con Chris Paul. Triste declino di Lamar Odom, campione del mondo 2010 con gli Usa in Turchia e pilastro dei Lakers il quale per la quinta volta non segna un canestro contro i 14 punti di media in carriera che dalla cessione ai Dallas non si è più ripreso e si appresta ad appendere le scarpette al chiodo con una media di 1,7 e 3 rimbalzi per gara contro uno stipendio di 3 milioni di dollari.
Momento difficile anche per Marco Belinelli, del tutto estraneo al ritorno al successo dopo 3 sconfitte dei Bulls in quel di Milwaukee, una squadra di livello. L’azzurro è scalato al 9° posto nelle rotazioni, e nel Wisconsin ha fatto la sua apparizione più breve con la prestigiosa maglia dei Bulls, solo 4 minuti e 06, con 1 canestro, 2 tiri, 2 punti e 1 fallo. In 12 partite ha giocato 15,8 minuti di media con 5 punti e 1,2 rimbalzi, preso come specialista della tripla in attesa del ritorno di Derrick Rose per 6 volte non ha segnato dall’arco, è stato decisivo con 3 su 5 nella vittoria con Minnesota. Alla sua quinta stagione il suo rendimento è calato in tutte le voci rispetto alle precedenti esperienze coi Warriors e Hornets, rispettivamente nel tiro da 2, dal 42% al 37%. Serve una scossa.
Mike D’Antoni ha elogiato il suo 36enne Antwan Jamison, arrivato da Cleveland per la sua 15esima stagione NBA. Dopo aver segnato 16 punti contro Memphis, a Dallas ha segnato una doppia di grande effetto, 19 punti e 15 rimbalzi. Dallas è stata sotto anche di 37 punti, il peggior modo per festeggiare il 500° esaurito consecutivo e la partita n. 1000 di Vince Carter, colui che doveva essere l’anti-Jordan. Serata da dimenticare per la nuova star OJ Mayo e il sempre puntuale Kaman, la consolazione è stata la matricola Jae Croiwder (15 punti, 4 rimbalzi, 4 recuperi) in attesa dell’imminente rientro di Dirk Nowitzky, il tedesco che firmò il successo del 2010.
I Lakers hanno segnato 65 punti nel 1° tempo, con 61/39 ai rimbalzi, è stato show-time con World Peace a segnare i 6 primi canestri, 4 dall’arco, e un maggior contributo di Howard e Pau Gasol, deludentissimi delle due partite perse con D’Antoni, e una prospettiva di migliorare la situazione con le prossime tre gare casalinghe con Indiana, Denver e Orlando. Da non perdere quella di venerdì notte, con Gallinari contro il coach che l’ha portato ai Knicks nel 2008.
Oklahoma ha fallito gli ultimi 7 tiri per vincere a Filadelfia alla fine dei 4 tempi, e con 18-11 nell’overtime ha portato a casa un successo d’oro grazie ai 37 punti, primato stagionale, di Kevin Durant oltre a 8 rimbalzi e 5 assist, ma determinanti anche Westrook (30 punti, 9 assist) e Ibaka (18 punti).
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Risultati 23 novembre: Philaldelphia-Oklahoma 109-116 ot (29 T.Young + 15 ri, 26 E.Turner; 37 K.Durant, 30 Westbrook, 18 Ibaka); Washington-Charlotte 106-108; Atlanta-LA Clippeers 104-93 (19 Pachulia + 12 ri, 19 J.Teague + 12 as; 22 Griffin + 11 ri, 19 Paul); Miami-Cleveland 110-108 (30 L.Jones, 7 perse, 23 Bosh; 16 Waiters, 16 Pargo, 10 Varejao + 15 ri); Dallas-LA Lakers 98-115 (16 V.Carter; 19 A.Jamison + 15 ri, 19 K.Bryant); Milwaukee-Chicago 86-93 (23 B.Jennings, 17 M.Ellis; 22 Boozer + 19 ri, 22 Hamilton); Sacramento-Utah 108-97; Golden State-Minnesota 96-85.