L’ala dei Nuggets ha segnato tutti i canestri decisivi della rocambolesca vittoria esterna con i Warriors, compresa la tripla e i 2 liberi della spettacolare rimonta (11-0).
L’Italia stava svegliandosi domenica mattina 10 novembre quando Danilo Gallinari metteva la sua firma sulla vittoria rocambolesca di Denver a Golden State in una partita intensissima, interminabile, con continui rovesciamenti di fronte durata 3 ore buone fra time outs, replay chiarificatori voluti dagli arbitri e un’interruzione per riparare una retina.
Il Gallo è uscito così, a suo modo, alla grande, dalla crisi del tiro che l’attenagliava. La sua performance è andata al di là delle percentuali (8 su 22, 3/11 dall’arco) che non dicono nulla riguardo alla sostanza, come bugiardi sono i 23 punti di Klay Thompson, il meticcio con quel nasone triste che ha invece sbagliato nei momenti cruciali, i 2 liberi sul +2 a 11 secondi dal 1° overtime e la tripla del +7 sul 101-97. Lo stesso dicasi per Landry, 22 punti, decisivo nella rimonta ma anche per gli errori nei liberi quando la partita si è giocata dalla lunetta.
La partita super del Gallo significa una presenza con la P maiuscola. gli aiuti difensivi,i blocchi verticali, e soprattutto i tre canestri da infilare nella sua cineteca, tutti momenti che hanno segnato una svolta tecnica ed emotiva: il primo alla fine dei 4 tempi (86 pari), il secondo in entrata alla fine del 1°overtime, quando brucia Thompson, depresso dai 2 liberi sbagliati per il successo, e si crea un facile corridoio per schiacciare a due mani. Il terzo è la tripla della rimonta (101-103), un 11-0 finale che lo vede chiudere il match con 2 tiri liberi, gli unici e i più importanti della serata californiana vissuta intensamente dalla squadra di George Karl che ha praticamente giocato senza i centri con gli sfarfallii del dinoccolato McGee puntando su Kenneth Faried, il moro sempre sorridente con la coda di cavallo che gli arriva ai glutei, straordinario nel sostenere il peso dei rimbalzi e difendere la propria trincea.
Torna dunque il sorriso a Gallinari e Denver che era partita con 0/3 vince la quarta gara consecutiva e risale nella Northwest Division approfittando dei problemi di Minnesota, mentre Oklahoma sembra fuori portata anche con la perdita di Harden che continua a padellare dopo aver segnato 106 punti nelle prime 3 partite, MVP di ottobre e delusione di novembre.
La notte degli italiani è stata davvero fra le più felici di questo primo mese di regular season, perché anche se Toronto ha perso contro Filadelfia, una squadra giovane ma tosta anche senza Iguodala e che aspetta di veder scendere in campo la sua star Andrew Bynum. e mancava del suo nuovo play Kyle Lowry, infortunato alla caviglia, Bargnani ha giocato una bella partita, 23 punti (9/19, 3 triple su 6, 2/4 dalla lunetta), 5 rimbalzi, 3 assist, 1 sola palla persa, dimostrandosi per il momento il giocatore-franchigia.
Infine Chicago per domare all’United Center Minnesota in versione europea (18 punti di Pekovic, importanti i russi Kirilenko e Shved in attesa del ritorno di Kevin Love e Ricky Rubio) e protagonista di un inizio di stagione più che discreta considerati i suoi problemi, ha avuto bisogno della panchina. I punti decisivi per evitare la terza sconfitta casalinga non sono venuti da Tai Gibson, che fresco di un contratto milionario rende solo un decimo, bensì dal super-elfo di 175 centimetri Nate Robinson (miglior marcatore con 18 punti) che gioca meglio delle stagioni coi Knicks e da Marco Belinelli. L’azzurro, fra gli ultimi ad alzarsi dalla panca, ha giocato 22 minuti di massima determinazione ricorrendo alla sua miglior arma, il tiro da 3 e segnando ben 3 triple su 5 tentativi ha ripagato la fiducia di coach Thibodeau che ha puntato sul gioco perimetrale in attesa di rivedere in campo Derrick Rose, il suo spacca difese che due anni fa stupì la NBA come MVP della stagione e simbolo del rilancio dell’ex squadra di Michael Jordan.
Approfittando del ko casalingo di Milwaukee con Boston che ha ritrovato la potenza dei Big Three (25 punti Pierce, la miglior gara dopo una serie di partite in penombra), i Bulls vanno in testa alla Central Divisionn, mentre all’Ovest serata di gloria per l’ex capocannoniere del campionato italiano in maglia Benetton cacciato dopo una notte brava milanese. Partendo dalla panchina Gary Neal ha segnato 27 punti e San Antonio è la prima a toccare le 6 vittorie, contro le 5 dei campioni di Miami. Unica imbattuta New York, grazie al calendario, e alla vittoria di 20 punti contro Miami in quella notte strana, con la città in emergenza, in cui LeBron disse che nin avrebbe voluto giocare. E così fu…
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Risultati sabato 9 novembre:Toronto-Filadelfia 83-93 (23 Bargnani; 16 T.Young, Holiday, N.Young); Indiana-Washington 89-85 (20 George; 17 Okafor, Beal); Charlotte-Dallas 101-97 ts (26 K.Walker, 25 Kidd-Gilchrist + 12 ri; 22 Oj Mayo); Chicago-Minnesota 87-80 (18 N.Robinson; 18 Pekovic); Houston-Detroit 96-82 (20 Harden; 16 Knight); Milwaukee-Boston 92-96 (32 M.Ellis; 25 Pierce, 10 Rondo + 10 a); Utah-Phoenix 94-81 (27 A.Jefferson; 21 Scola): Portland-San Antonio 109-112; Golden State-Denver 101-107 2 ts (86-86, 94-94; 23 K.Thompson, 22 Landry; 21 Gallinari, 19 Iguodala).