Sciabole e canestri, quelli che la televisione

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Una delle rare volte nella quale mi permetto di scrivere in treno, esperienza sempre rilassante a parte gli urlatori da telefonino…. Di ritorno dall’aver assistito agli assoluti nazionali di scherma a Bologna, in una cornice che mi ha fatto venire (come si dice in Lombardia) il magone, insomma il groppo in gola: il PalaDozza.

Le ultime volte che ci avevo lavorato con le regie mobili  nella via più fredda (d’inverno) del mondo, via Nannetti , risalgono ai tempi in cui la F di Fortitudo non era solo una lettera dell’alfabeto, ma un simbolo per tutti gli amanti del basket, per non parlare di quelli bolognesi…. Uno di quei palazzetti croce e delizia per chi lavora in televisione: fantastico per il colpo d’occhio, un muro di persone colorate a volte di bianco e blu e altre di nero e bianco. Devastante per posizionare le telecamere e le postazioni di commento: spazi di pochi centimetri  per le telecamere e commentatori seduti quasi in braccio ai tifosi.

Questa settimana  il Madison di piazzale Azzarita ( dove trovavi tra i più severi vigili urbani in assoluto) ospitava la scherma con i migliori atleti d’Italia e quindi del Mondo visto quello che vincono e hanno vinto. Prima di entrare mi sono fermato dalla signora che gestisce da tempo immemore un baretto che fa delle tigelle stratosferiche nella piazza di fronte al palazzo.  A parte la cortesia che i bolognesi hanno nel Dna, con saluti  e convenevoli vari, la prima cosa che mi ha detto è stata: “ma come mai nessuno ha pubblicizzato quello che fanno al palazzo?”

E qui mi sono venute mille risposte: se lo sport che nelle ultime Olimpiadi ha raccolto più medaglie ( o quasi) non viene pubblicizzato nel suo campionato assoluto nazionale, dobbiamo scandalizzarci noi del basket, che abbiamo si tre giocatori NBA ma che a livello nazionale non battiamo chiodo da tempo immemore? Dobbiamo dire qualcosa noi che ci preoccupiamo più delle beghe dirigenziali e societarie e non riusciamo a metterci d’accordo per promuovere il nostro sport?

E’ come se una persona con una gamba fratturata si preoccupasse di un unghia incarnita…. Quest’evento, perché tale é se si scontrano più ori di quanti noi baskettari abbiamo mai visto e da lontano, veniva prodotto sulle reti nazionali (digitali…) con tre telecamere più una fissa e non in diretta. Non sto dicendo che sia sbagliato o giusto, ma che il metro di valutazione non é comprensibile.

Perché solo gli sport dove si muovono tanti soldi vengono spropositatamente e ulteriormente amplificati e quelli dove atleti veri si fanno il mazzo e ci tolgono dal guano delle nazioni che son sospese con prestazioni straordinarie? Perché la logica deve essere solo quella del quattrino e non quella dell’orgoglio? Perché gli sport che non sono “importanti” salvo vincere fior di medaglie devono avere meno esposizione di chi ne ha anche troppa? Lo so che é piú facile salire sui carrozzoni grandi, sono piú lenti, non ci devi correre dietro e dentro si sta al calduccio e belli comodi.

Io personalmente sono dalla parte di noi ” poveretti”…. Quelli che non hanno esposizione ma tanta volontà, quelli che magari non riempiono i palazzetti ma amano il loro sport, quelli che la palla la usano con le mani (pollice opponibile, ricordate l’evoluzione?!) e i piedi li usano per correre e saltare, quelli che per adesso non hanno deciso ancora cosa fare da grandi..
Quelli che se la televisione non va da loro, loro vanno in televisione…
Speriamo.

Giancarlo Fercioni – Regista Tv

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