Stanotte si chiude la Regular Season della NBA e Chicago e San Antonio si contendono il 1° posto, mentre cresce la curiosità Achille Polonara, il giovane di Teramo, che potrebbe entrare nelle scelte.
Con 13 partite si chiude stanotte, giovedì 26 aprile, la regular season di sole 66 partite per lo sciagurato lock-out costato troppi infortuni, perdendo al Madison i Clippers devono cedere il favore del campo ai Grizzlies, questa è la griglia dei playoff:
Eastern Conference: Chicago-Filadelfia (2/1), Miami-New York (3/0), Indiana-Orlando (1/3), Boston-Atlanta (2/1)
Western Conference: San Antonio-Utah (3/1), Oklahoma-Dallas (3/1), LA Lakers-Denver (3/1), Memphis-LA Clippers (1/2)
Unica possibile variazione, se i Knicks perdono a Charlotte (reduce da 22 sconfitte consecutive e in corsa per il primato del peggior record nella storia della NBA avendo solo 7 vittorie su 65 gare) e Filadelfia vince a Detroit, New York gioca con i Bulls.
Il maggior risultato della penultima giornata è stato il successo esterno dei Denver a Oklahoma, due formazioni del club dei 100 punti, in una gara vera. Mancava però James Harden, vittima della gomitata-killer di Artest-World Pace, che, assicura il suo allenatore, tornerà per i playoff.
Danilo Gallinari è stato importante, anche se non ha tirato bene (3/13, 2/6 da 3), segnando 14 punti, con 6/7 dalla lunetta, 5 rimbalzi, 3 assist, graffio difensivo, potenza atletica, dentro un lavoro di gruppo e un’altra ottima gara dei due “fiorettisti” Ty Lawson (25 punti, 5 rimbalzi, 4 assist) e Afflalo (15 punti, 6 rimbalzi, 4 assist) e sole 10 palle perse in una gara in velocità in cui i due centri titolari sono stati ininfluenti (4 punti, 2/4 sia per Perkins e il greco-americano Koufos che però ha portato 5 rimbalzi per i Nuggets).
George Karl, in passato coach del Real Madrid e un figlio nel campionato italiano, ha fatto anche quest’anno un enorme lavoro nonostante i moltissimi infortuni (è ancora fuori Rudy Fernandez per i problemi alla schiena). Il club ha pensato a fare una squadra futuribilealleggerendo il budget con la cessione del brasiliano Nenè ma il controverso JaVale McGee comincia già a far parte di un gruppo solido che ha vinto 7 delle ultime 9° gare e che per il suo coach “ha dimostrato di avere un piccolo grande cuore”.
Senza Harden, Oklahoma si è trovata con la panchina corta, 9 punti di Cook e Derek Fisher, decisivi la sera precedente con Sacramento, non sono stati sufficienti i 32 punti di Kevin Durant (più 5 rimbalzi e 4 assist) e i 30 di Rullell Westbrook (con 9/10 ai liberi, 6 rimbalzi, 9 assist, MVP) per evitare la sconfitta n.19, la quarta nelle ultime 10, segno che la squadra ha meno spinta dei primi due mesi. Unica consolazione, Kevin Durant: ha un buon margine di vantaggio per vincere il titolo dei cannonieri per il 3° anno consecutivo su Kobe Bryant che deve segnare stanotte più di 38 punti a Sacramento.
Ha pesato l’assenza di Chris Paul nella sconfitta di New York dei Clippers nonostante 29 punti, 10 rimbalzi e 6 assist di Blake Griffin e 28 punti di Foye, Anthony non ha giocato nel 4° tempo. Nei Knicks Mike Bibby ha giocato 21 minuti senza segnare un canestro ma con 5 assist, panchina decisiva con 21 punti di JR Smith e 14 di Novak. Il neo vicepresidente Grunwald non ha voluto parlare della conferma (scontata) di Mike Woodson che ha 16-6 nel dopo-D’Antoni: “Questi argomenti si affrontano a fine stagione, Woodson ha fatto certamente un fantastico lavoro”, ha detto del suo grande amico dai tempi di Indiana University oggi il dirigente più influente del club della Grande Mela.
Chicago e San Antonio hanno un’ultima gara per cercare di conquistare il 1° posto assoluto, mercoledì notte hanno ottenuto la vittoria n.49 in trasferta. Vittoria significativa per entrambe, a Indiana, la terza forza dell’Est, per i Bulls mentre San Antonio è passata a Phoenix, nona vittoria consecutiva.
A Indianapolis (priva di Danny Granger ma con 22 punti del 19enne Lance Stephenson in quintetto) Roy Hibbert, neo All Stars ha deluso nella sfida dei centri contro Joaquin Noah, 14 rimbalzi, per la quinta volta in 6 gare in doppia cifra.
Derrick Rose ha giocato con umiltà e massima utilità (10 punti, 7 assist) la sua seconda gara dopo uno stop di 16 gare fra il problema inguinale e la caviglia. Il match winner è stato Kyle Korver, e se il decimo giocatore mandato in campo segna 2° punti in 21 minuti, si capisce perché Tom Thibodeau affermi che della sua panchina non si può mai dire abbastanza…Korver, il più illustre rappresentante di una famiglia ipercestistica e la cui mamma ha segnato 74 punti in una gara femminile, è un jolly che ogni mese per 5-6 volte segna in doppia cifra e inoltre un massimo stagionale di 26 punti con Utah.
Per quanto riguarda San Antonio, segnare 110 punti a Phoenix risparmiando i titolari Parker-Duncan-Ginobili, il trio del triplo anello, è davvero un bel biglietto da visita per i playoff, anche se rimane l’ultima gara stanotte a Golden State (mentre i Bulls ospitano Cleveland). La squadra Onu di Gregg Popovich ha avuto in Arizona ben 27 punti di Patrick Mills, l’australiano aborigeno che ha studiato a St.Mary, nel ruolo di Parker, e 23 del brasiliano Tiago Splitter che lasciata la Spagna è il cambio del centro e di Duncan.
Intanto negli Usa cresce la curiosità attorno ad Achille Polonara che sta portando Teramo alla salvezza, e con 46 di valutazione nell’ultima gara della Spaghetti League ha dato la misura dei progressi e del suo talento: per il 21enne marchigiano si aprono le porte del draft ed è probabile che l’Italia abbia presto un quarto giocatore nella NBA.E c’è naturalmente anche Alessandro Gentile…
Risultati mercoledì 25 aprile: Orlando-Charlotte 102-95, Cleveland-Washington 85-96, Indiana-Chicago 87-92, New York-LA Clippers 99-93, Milwaukee-Filadelfia 85-90, Oklahoma-Denver 101-106, Phoenix-San Antonio 106-110.
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