Nella NBA tiene banco il caso della gomitata-killer di Metta World Peace sferrata a Harden, attualmente sotto osservazione. Attesa per il provvedimento, mentre San Antonio festeggia il 1° posto.
Con la certezza all’Ovest del primo posto di San Antonio (48/16, lo stesso record dei Bulls), il 6° dell’era-Duncan festeggiato due giorni dopo il suo 36esimo compleanno, questa la griglia dei playoff post-serrata (ripresa il 25 dicembre) che cominciano sabato 28 aprile (mancano ancora 3 giornate di regular season, si chiude giovedì 26 aprile):
East Conference: Chicago-Filaldelfia. Atlanta-Boston, Indiana-Orlando, Miami-New York
West Conference: San Antonio-Utah (o Phoenix), Clippers-Memphis, Lakers-Denver, Oklahoma-Dallas.
San Antonio deve giocare ancora 2 gare in trasferta, contro 2 formazioni con le quali questa stagione ha sempre vinto: mercoledì a Phoenix (3/0 con i Suns) e giovedì a Oakland (2/0 con Golden State), intanto per la sesta volta in un mese ha segnato più di 120 punti, cosa che non accadeva da 32 anni. Lunedì notte ne ha segnati 124 a Portland con un +35 che è il massimo vantaggio della stagione, e che dà più gusto perché i Blazers il 21 febbraio, quando lottava per i playoff e la sua star LaMarcus Aldridge non era stato fermato dai medici, avevano umiliato i Suns per 137-97. Gregg Popovic ha risparmiato Parker (13 punti e 6 assist), Duncan e Ginobili ed è possibile che il trio dei 3 anelli non giochi nemmeno le prossime due gare, la beneficiata sarebbe Phoenix che vincendo le ultime due gare potrebbe soffiare l’8° posto a Utah e trovarsi di fronte gli Spurs nel 1° turno dei playoff. Per la statistica, da segnalare che San Antonio ha vinto 22 su 25 volte nella seconda parte di gara, e che contro Portland hanno giocato e segnato 13 giocatori e che la panchina ha segnato più del quintetto, 57 a 53.
Nel terz’ultimo turno Washington ha siglato a Charlotte il quarto successo consecutivo. Non accadeva da 5 anni. Con 18 punti del brasiliano Nenè, e 16 del ceko Jan Vesely (8 su 8) e il + 28 è il maggior scarto della stagione.
Charlotte non vince dal 17 marzo, inchiodata alle sole 7 vittorie rischia di chiudere la stagione stabilendo il peggior record di sconfitte nella storia della NBA. Il coach, Paul Silas, non si dà pace:
“Non mi ero mai trovato in una situazione simile, non dormo la notte per cercare di capire come cambiare le cose, anche se capisco che abbiamo una squadra giovane”.
Niente da fare per Milwaukee, l’arrivo di Monta Ellis per Amdrew Bogut (che dovrà essere operato al piede) è stato un buon affare ma non ha permesso di raggiungere i playoff. La grande sorpresa è stato il salto di qualità di Ersan Ilyasova, il gigante turco che lanciato dal Barcellona ha scelto Milwaukee e quest’anno si è trovato secondo dietro Ray Allen nella classifica dei migliori tiratori da 3 punti. E con i Nets ha proseguito nella serie di doppie doppie, con 19 punti (6/10, 2/4 da 3) e 15 rimbalzi.
Tiene banco la gomitata-killer che Metta World Peace alias Ron Artest ha sferrato a James Harden dopo una schiacciata, cercando si spacciarla per un gesto d’esultanza. Il giocatore è rimasto a terra per circa un minuto, non ha potuto continuare la gara, partita persa e 1° posto sfumato all’Ovest per Oklahoma. Adesso Harden, il miglior 6° uomo, che aveva già segnato 14 punti prima di andare ko, deve sottoporsi ai test medici che da quest’anno sono rigorosi per quanto riguarda i colpi alla testa (concussion), e con i playoff alle porte si tratta di un problema delicato per la formazione divenuta molto ambiziosa.
In attesa che il vice-presidente della NBA in veste di giudice unico emetta il suo verdetto, si è scatenata una vera e propria campagna d’opinione, e i colpevolisti sono in larghissima maggioranza contro colui che viene considerato il pericolo n.1 della Lega dai tempi di Dennis Rodman. E che nel 2004, quando giocava per Indiana, venne squalificato per 86 gare essendo saltato sugli spalti di Auburn Hills, a Detroit, scatenando una violentissima rissa con i tifosi. Successivamente l’ex giocatore della scuola cattolica di St.John a New York ha cercato di rifarsi una reputazione, impegnandosi nell’aiuto delle persone bisognose di Los Angeles fino alla richiesta al tribunale di cambiare il suo cognome in Metta World Peace per offrire il suo contributo alla pace mondiale. L’anno scorso ha ricevuto anche il premio Walter Kennedy come cittadino-modello, il brutto passato sembrava cancellato quando domenica ha perso nuovamente la testa e in un sol attimo rischiato di rovinare la carriera di un collega sotto gli sguardi increduli del suo pubblico.
Il filmato viene rivisto in continuazione. Dopo aver steso l’avversario, espulso dagli arbitri nello spogliatoio non si è nemmeno reso conto della gravità del suo gesto, e ha insistito sulla ridicola tesi che stava sbracciandosi dalla gioia per la schiacciata, che la partita era molto sentita, che non aveva visto Harden.
“E’ stato sfortunato, era un colpo involontario, spero sia tutto ok”,
aveva detto a fine gara. Il giorno dopo su Twitter ha però chiesto scusa, ma senza un real,e pentimento:
“Ho rivisto il filmato, in effetti il colpo è stato un po’ troppo duro, ma non mi ero accorto di Harden. Dio mio…in effetti è stata una cosa brutta…”.
Scott Brook, il coach di Oklahoma, ha rilasciato una dichiarazione molto severa sul suo ex giocatore. “Purtroppo lo conosco bene da quando ero vice allenatore a Sacramento. Una cosa del genere non doveva succedere: lui è un giocatore pericoloso, non si è trattato di un colpo involontario,. Una punizione non basta per quel che ha fatto, può provocare altri guai”.
Colui professatosi messaggero di pace, nei forum viene bollato senza pietà (“il suo posto è la strada e non in campo di basket” e si chiede che vanga bandito dalla NBA per sempre. L’unico che lo difende, giustificando il “bipolarismo” è Kobe Bryant.
“In partita ci si scalda spesso, ma subito si riesce a riprendere il controllo, e noi che bene lo conosciamo sappiamo che è una persona squisita”.
E’ stato promosso anche un sondaggio sull’entità del provvedimento, da una semplice multa a una lunga sospensione. Non è stata però prevista, nelle varie ipotesi,la squalifica a vita. L’ultima parola adesso alla NBA che in queste cose solitamente è molto severa. La scusante non tiene, la gomitasta voleva eliminare un giocatore importante. E così è stato. Il danno sportivo per Oklahoma è pesantissimo.
Risultati lunedì 23 aprile: Charlotte-Washington 73-101, Indiana-Detroit 101-97, New Jersey-Filadelfia 87-105, Milwaukee-Toronto 92-86, Memphis-Cleveland 109-101, San Antonio-Portland 124-89.
Riproduzione Riservata