Non si può gettare la croce su un giocatore che segna la metà dei punti della squadra, ma Carmelo Anthony nel bene e nel male è fedele al personaggio che fa parlare sempre di sé. Purtroppo per i molti aficionados domenicali del Madison la loro star si eclissa nel quarto tempo per la stanchezza, non tira bene da 3 (2/7) e i suoi 42 punti non bastano ai Knicks ancora senza Stoudemire e Lin e privi di un regista del primo livello (bocciato un’altra volta Baron Davis) del tipo dei Rose, Paul, Monta Ellis o lo stesso Wade, l’avversario di turno. Per cui 9 successi dall’inizio dell’era Woodson incassano la prima sconfitta casalinga.
Miami è determinato fin dall’inizio, il suo tridente non perdona: 29 punti per Lebron con 10 rimbalzi, 29 punti per Wade con 9 rimbalzi, 16 Bosh, fanno tre quarti abbondanti della squadra e marcano un dominio ai rimbalzi (47-33) che contribuisce a scavare il solco.
Serata non eccezionale per gli italiani Gallinari (10 punti, 4/8, 5 rimbalzi, 3 assist) e Belinelli (6, 1/7 da 3) nel successo di Denver (preziosissimo per tenere dietro Houston) e New Orleans. Sorpresona di Toronto che vince ad Atlanta senza Calderon e Bargnani e con punti preziosi di ben 3 giocatori della D-League, Anderson e Uzoh in quintetto e il piccolo rookie Dentmon già passato da San Antonio. I Lakers respingono l’assalto di Dallas senza Bryant (assenza n.5) e fanno risultato coi punti e rimbalzi dei dentri, Bynum e Pau Gasol.
Mancano 10 giorni al termine della Regular Season, si chiude il 26 aprile e il 28 cominciano i playoff. Le prime 4 dell’Est sono Chicago, Miami, Indiana, Boston, poi Atlanta (che può ancora prendere il posto di Boston), Orlando, Knicks e Filadelfia, difficile che Milwaukee sul filo recuperi l’8° posto. Le prime 4 dell’Ovest sono Oklahoma, San Antonio, le due losangeline (Lakers e Clippers), poi Memphis, Dallas campione uscente al 6° posto e Danver e Houston con Phoenix e Utah che hanno una speranziella.
Sono esclusi grandi colpi di scena, i Knicks hanno aggiustato la stagione ma mancano di un play all’altezza, Westboork manda di umiltà e continuità, i Bulls hanno una carica pazzesca ma Rose è il trattato vivente degli infortuni da gioco, e si può vincere il titolo – domanda – con un pivot-acciuga come Noah (a Cleveland 20 punti e 17 rimbalzi!) e il semovente gigante turco Asik come cambio? Miami ha con LeBron un grande trascinatore, può essere l’anno giusto, ma basteranno con Bosh e Wade,? E’ una squadra di grandi percussori, ma pecca nel tiro da 3 se le difese chiudono.
Intanto diamo conto delle principali classifiche individuali. Non c’è nulla di nuovo sotto il sole, Kobe è sempre il top scorer ma come sempre il n.1, il vero salto di qualità riguarda Rondo e Chris Paul che ha fatto crescere i Clippers. Dallas si è retta sulle spalle del tedesco Nowitkzy e avuto il problema Odom, i campioni non si ripeteranno
Contano sempre di più gli europei, Bargnani è stato fra i primi 5-6 marcatori dopo 13 giornate poi si è fermato tre volte per il problema al polpaccio sinistro e ha già chiuso la stagione. Due brutti infortuni hanno rovinato la stagione della consacrazione di Gallinari, anche dal punto di vista contrattuale con 42 milioni di dollari in cassaforte e un ruolo di leader di Denver in zona playoff.
I successi della Spagna in Europa trovano riscontro anche dalle prestazioni dei “rossi”, i fratelli Gasol sono fra primi 10 nei rimbalzi e stoppate, voce dove domina Sergi Ibaka, il terzo elemento del tridente dei due volte campioni d’Europa e sfidanti del Dream team a Londra.
Grande stagione per Josè Calderon, miglior regista d’Europa, anche se Tony Parker è più carismatico e incisivo e ha spinto nuovamente San Antonio al vertice. Poi c’è la novità dell’ultimo mese, lo sloveno Dragic e la crescita del turco Ilyasova. Ormai i campionati europei sono depauperati, chi ha un po’ di talento nella NBA può sfondare.
Marcatori
1° Kobe Bryant (LA Lakers), p. 28,1, 56 gare, 38’5”, media Tiro 10/23, 43%; media T3 1,5/5, 29,9%, Tl 6,6/7,9, 84,5%
Miglior europeo: 9° Dirk Nowitzky (Dallas), p.21,2, 56 gare, media Tiro 7,5/16,4, 45,7%; media T3 1,2/3,3, 36,41%; Tl 5/5,6, 88,5%
Rimbalzi
1° Dwight Howard (Orlando),54 gare, minuti 38’3”, totali 200-585, media 14,5, attacco 3,7, difesa 10,8
Miglior europeo: 7° Pau Gasol (LA Lakers, Spa), 60 gare, minuti 37’5”, totali 172-456, media 10,5, attacco 2,9, difesa 7,6
Assist
1° Rajon Rondo (Boston) , 60 gare, 37’, tot. 576, media 11,5 (perse 181, 3,6)
Miglior europeo: Josè Calderon (Toronto, Spa), 53 gare, 33’9”, tot.468, media 8,8 (perse 104, 2)
Recuperate
1° Chris Paul (LA Clippers), 54 gare, 36’3”, tot.136, media 2,47 (perse 114, media 2,07)
Miglior europeo: 30° Goran Dragic, Slo),, 59 gare, 25’, tot. 74, media 1,25 (perse 130, media 2,2)
Stoppate
1° Sergi Ibaka (Oklahoma, Congo/Spa), 60 gare, 27’2”, tot.218, media 3,63 (163 falli)
Miglior europeo: 7° Marc Gasol (Memphis, SWpa), 57 gare, 37’5”, tot. 109, media 1,88 (187 falli)
Tiro da 3 percentuale
1° Steve Novak (New York), 47 gare, p. media 8,4, 2,3-5, 107-233, 45,9%
Miglior europeo: Ersan Ilyasova (Milwaukee, Tur), 52 gare, p. m. 12,8, 0,8-1,8, 47-103, 45,6%
Risultati domenica 15 aprile: New York-Miami 83-95; Charlotte-Boston 82-94, Atlanta-Toronto 96-102, Detroit-Chicago 94-100, Cleveland-Orlando 84-100, New Orleans-Memphis 88-85, Denver-Houston 101-86.
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